Bi Feiyu, scrittore della dignità umana attraverso la ricerca e l'espressione
  2017-07-05 09:41:23  cri

Non molte persone sanno collegare il film "La Triade di Shanghai" allo scrittore Bi Feiyu. È lui l'autore del soggetto di questo film, ma non ha mai voluto parlare molto di questa sua collaborazione con il famosissimo regista cinese Zhang Yimou, poiché, secondo lui, non v'è ragione di ostentarla.

Tornando al suo profilo di scrittore, se facciamo solo una lista dei riconoscimenti che ha ottenuto, potremmo certamente considerarlo una persona ammirabile. Bi Feiyu ha vinto il premio cinese Maodun per la Letteratura, il premio Lu Xun per la novella e il racconto breve, il grande premio Red Eagle per scrittori cinesi, il Man Asian Literary Prize ed altri ancora. Inoltre, nel 2009, ha rifiutato il Chinese Literature Media Award come miglior romanziere, costituendo il primo caso di rifiuto di questo premio, istituito 7 anni fa.

Bi Feiyu ha iniziato la sua carriera di romanziere nella metà degli anni ottanta. È una persona di natura semplice, ribelle, e che ha il coraggio sufficiente di condannare i vizi della società. Al contempo, scrive le sue opere con uno stile finissimo, e per questo è spesso considerato come "il miglior scrittore maschile che parla di sentimenti femminili". È inoltre uno scrittore prolifico, autore di romanzi di alta qualità, tra cui citiamo "The Moon Opera", "Three Sisters", "The Plain" e "i maestri di tuina". Bi Feiyu nutre una grande simpatia per i disabili e ha scritto, sulla base della sua esperienza d'insegnamento in una scuola speciale, il suo primo romanzo che ha per argomento dei non vedenti, "I maestri di tuina", e grazie al quale ha ottenuto il Premio letterario Maodun.

Parlare della dignità nell'oscurità

CinItalia: Grazie al suo racconto, "I maestri di tuina", Lei ha vinto il premio Maodun, il più prestigioso riconoscimento letterario cinese. Lo scorso novembre, il Suo libro è stato pubblicato in Italia. Qual'è la ragione principale che l'ha portata a scrivere una storia come quella de "I maestri di tuina"?

Bi Feiyu: "I maestri di tuina" è una storia di massaggiatori ciechi, ed è il mio primo romanzo pubblicato in Italia. In Cina, sono oltre 40 milioni i ciechi che scelgono di dedicarsi alla professione di massaggiatore tuina; è un gruppo tanto numeroso quanto la popolazione di un paese europeo, ma anche se disabili - dunque fascia debole della popolazione - non ricevono molte attenzioni da parte della gente. Mi reputo molto fortunato per la mia familiarità nei confronti di questo grande e ancora poco conosciuto gruppo di persone, e spero di poterlo mettere in luce, mostrandolo al grande pubblico. Nel romanzo racconto anzitutto la loro vita quotidiana, il dolore, le ansie, e le loro condizioni di lavoro. Anche i ciechi, come noi, hanno la loro dignità ed io desidero parlare, in modo particolare, di questo. Quando siamo felici, non è facile capire cosa sia la dignità; anzi, è proprio in condizioni di umiltà e difficoltà che la parola "dignità" acquista un particolare valore.

Raccontare tutte le storie con una parola: dolore

CinItalia: Nella maggior parte dei suoi romanzi è presente un'unica storia; quella del dolore. Perché ha scelto di parlare di questo? Come dipinge il dolore e come lo tratta all'interno della sua opera? Per fare questo è forse necessaria un'esperienza personale?

Bi Feiyu: Il dolore non è una parola chiave intorno alla quale decido di iniziare a scrivere un romanzo, piuttosto un termine di cui ho realizzato la presenza costante guardando indietro ai miei racconti scritti nelle ultime decadi. Anche se i personaggi, i sentimenti e i soggetti delle mie opere sono diversi, vi è un punto comune a tutte: il dolore.

Il mio interesse nei confronti di questo tema è senza dubbio collegato al periodo in cui sono nato, alla mia crescita, alla mia famiglia e all'opinione che ho della società cinese. Sia durante i movimenti politici degli anni cinquanta, sessanta e settanta, che nel nuovo periodo di riforma e apertura verso il mondo - in cui lo sviluppo economico procede a velocità folle - a me sembra che i cinesi fossero tesi, e tendano ancora all'infelicità. In generale, sia i cinesi che hanno vissuto nella storia che quelli di oggi, hanno condotto e conducono la loro esistenza con un indice di felicità piuttosto basso. Nei nostri cuori, la percezione del dolore è sempre presente. Ognuno aspira alla felicità ed io, come autore, desidero descrivere quest'aspirazione; sono però uno scrittore cinese, dunque non posso negare la presenza di questo dolore, né evitarlo, chiudendo gli occhi mentre scrivo le mie storie. Ciò spiega il motivo per cui le mie opere, dall'inizio alla fine, sono pervase da un sentimento di dolore.

Il ruolo dello scrittore è quello di trovare argomenti e raccontarli

CinItalia: Lei cerca di cambiare la vita delle persone attraverso le sue storie che parlano del dolore?

Bi Feiyu: Non posso fare questo. So bene di essere solo uno scrittore, non sono un giudice, né un governo. In altre parole, uno scrittore non ha la possibilità di risolvere i problemi della società, e questo è chiaro. Qual'è dunque la sua responsabilità? È quella di trovare degli argomenti e narrarli, come, per esempio, parlare dei ciechi, delle fasce deboli della popolazione e dei loro dolori. Il nostro compito è quello di percepire la loro realtà, e di dare ad essa piena voce; tuttavia, questa percezione ed espressione non potrà alla fine risolvere il problema sociale, per cui è necessario ricorrere alla legge o al governo. Ovviamente, la funzione del romanzo è anche quella di rivolgere un appello, dunque lo scrittore ha una parte di responsabilità nei confronti della società.

La mia condizione è naturalmente adatta a parlare del tema delle campagne

CinItalia: Lei ha scritto diversi romanzi che hanno per argomento le campagne, come "The Plain" e "Three Sisters". Dove trova la sua ispirazione quando parla di questo tema?

Bi Feiyu: Il tema delle campagne è molto ampio. Fino ad oggi la Cina ha assistito a molti anni di apertura e ad uno sviluppo drastico dell'urbanizzazione, ma la popolazione e la cultura delle campagne occupano ancora un posto di rilievo nel paese. Ho avuto esperienze di vita rurale, grazie alle quali sono divenuto capace di raccontare le storie delle campagne. Se un giorno mio figlio diventerà uno scrittore, non sarà in grado di fare questo, poiché la sua storia e la sua vita mancano di questo tipo di esperienze. Per me non è così.

Non gioco con letteratura, né la uso come uno strumento

CinItalia: Ci sono critici che considerano il suo stile inimitabile, naturale e convincente. Lei, semplicemente, come considera questi aspetti della composizione e come si può dare più sostanza e vitalità alle figure di cui si scrive?

Bi Feiyu: Lo stile linguistico si sviluppa gradualmente, insieme alla scrittura del romanzo, ma cosa significa "stile"? In parole povere, lo "stile" rappresenta il temperamento della persona. So bene che il mio piace a qualcuno e ad altri no, forse perché qualche volta è pungente e tagliente. Certamente, questi aspetti emergono dai miei scritti, e il detto cinese secondo cui "lo stile rispecchia lo scrittore", è sempre veritiero. Solo se ci rilassiamo, i nostri sentimenti naturali affioreranno. Se non giochi con la letteratura o la utilizzi come uno strumento, ma la consideri come un qualcosa che si sviluppa nel tuo cuore, alla fine ciò che scriverai somiglierà molto a te stesso. Tutti gli scrittori cinesi che conosco hanno uno stile differente. Devi solo rimanere fedele a quello che scrivi, e rivelerai quello che hai nel cuore. In questo modo, tutto sarà diverso. Quanto alla composizione, prima di tutto viene l'amore per la scrittura, e dopo il lavoro costante. Lo scrittore deve vivere con il cuore, ma cosa significa questo? Non devi perdere tempo, e ogni qual volta entri in contatto con le persone o ti occupi di alcune cose, le fai penetrare a fondo nel tuo cuore. Dopo, certamente, qualcosa resterà. La vita non è come acqua pura che scorre e non lascia tracce. Alla fine, probabilmente, non è tanto la capacità di scrivere l'unica cosa che distingue uno scrittore dalle altre persone, quanto il suo atteggiamento nei confronti della vita. Credo che il mio sia attivo e sano.

Mi piacciono i premi

CinItalia: Nel 2009, per motivi personali, Lei ha rifiutato il Chinese Literature Media Award per miglior scrittore. Secondo Lei, qual'è il rapporto che c'è tra scrittore e premio?

Bi Feiyu: Sono una persona cui piace abbastanza ricevere dei premi, e il motivo è semplice: vincere un premio è come ricevere un mazzo di fiori o degli applausi. Tutti dicono che nessun autore scrive con questo obbiettivo, ed è vero. La mia esperienza di scrittura ha dimostrato che questo è giusto; non voglio però far finta di negare che sono stato molto felice tutte le volte che ne ho vinto uno, sia nazionale che estero, anche quando ho ricevuto premi minori, o perfino il riconoscimento da parte di due o tre amici in caffetteria.

Per gli italiani, Calvino è già sufficiente

CinItalia: Può parlarci delle sue conoscenze e della sua opinione sulla letteratura italiana?

Bi Feiyu: Mi vergogno di non conoscere molto la letteratura italiana, ma questo è dovuto anche alla mancanza, da parte dell'Italia, di un'attività di promozione della sua letteratura. Tuttavia, indipendentemente da quanto io ne sappia di questo argomento, c'è Italo Calvino, che per me è già sufficiente. Non si può contare sul fatto che da una nazione possano emergere numerosi grandi scrittori in un arco di tempo di 20 o 30 anni. Credo che, nelle ultime decadi, l'Italia abbia dato i natali ad un autore come Calvino, capace di portare il romanzo ad un livello così alto, e gli italiani dovrebbero essere soddisfatti di questo.

Focus
Social Media

Riviste
Eventi
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040