Il grande dialogo sull'urbanizzazione
  2017-09-30 09:04:35  cri
In Cina nel 2025 le città ospiteranno altri 350 milioni di abitanti. Serviranno 40 miliardi di metri quadrati in circa cinque milioni di edifici più smart. L'Italia è il Paese delle cento città e preferisce restare friendly

di Plinio Innocenzi

Il processo di urbanizzazione attualmente in corso in Cina è per scala e velocità un evento unico nella storia; le dimensioni del fenomeno sono tali da generare una complessità urbana che pone problemi di non facile soluzione. L'urbanizzazione è un importante processo che riduce la disuguaglianza sociale che è particolarmente alta tra popolazione rurale ed urbana. La migliore qualità dei servizi e le economie di scale possibili grazie all'urbanizzazione permettono ad una fascia di popolazione sempre maggiore di uscire dalla soglia della povertà e gradualmente entrare a far parte di una classe media urbana scolarizzata ed a reddito elevato.

L'andamento lineare della crescita della popolazione urbana permette di prevedere, salvo nuovi imprevisti scenari, con una certa esattezza il fenomeno anche se non tutte le città sono interessate dalla stessa ondata migratoria. Nel 2025 la popolazione urbana dovrebbe raggiungere il miliardo di persone distribuite in 221 città di almeno un milione di abitanti ed in 23 con almeno 5 milioni, queste città genereranno il 90% del Prodotto Interno Lordo (PIL) della Cina. Il 70% della crescita urbana sarà dovuto alla migrazione della popolazione dalla campagna. Tra le città con oltre 5 milioni vi saranno 8 megalopoli di almeno 10 milioni di abitanti, Pechino, Shanghai, Tianjin, Shenzhen, Wuhan, Chongqing, Chengdu e Guangzhou. Nel 2025 si saranno aggiunti pertanto altri 350 milioni di abitanti alle città cinesi, l'equivalente circa della popolazione degli Stati Uniti e sarà necessario costruire altre abitazioni per 40 miliardi di metri quadrati in circa cinque milioni di edifici per ospitarli. Questi grandi centri urbani saranno anche quelli che conosceranno da qui al 2025 la maggior crescita del PIL in confronto con le altre metropoli del mondo, anche in valore assoluto di ricchezza generata, 5 sono tra le prime venticinque con Shanghai al terzo posto; quattro di esse inoltre saranno tra le più grandi città del mondo come popolazione, Shanghai, Pechino, Chongqing, Shenzhen e Tianjin. L'urbanizzazione produrrà in Cina un'espansione della classe media in termini numerici e di capacità di spesa; altre centinaia di milioni di nuovi cittadini formeranno un nuovo esercito urbano e la base per un ulteriore aumento dei consumi

Il processo in corso in Cina è tuttavia senza precedenti ed il paese si trova ad affrontare una serie di problemi che sono del tutto nuovi, almeno su questa scala; la crescita delle città fino a diventare megalopoli di decine di milioni di abitanti crea il problema delle risorse e della gestione dell'impatto sull'ambiente che diviene uno dei problemi di più difficile gestione. Oltre una certa grandezza il vantaggio dell'urbanizzazione comincia e venire meno ed i problemi creati dalla complessità divengono un ostacolo per la crescita futura. Questi problemi sono ben chiari nelle grandi città della Cina, il traffico, l'inquinamento urbano, la scarsità di risorse come l'acqua e le difficoltà in genere nelle relazioni personali create dalle dimensioni urbane. Vi sono altri problemi meno evidenti ma non trascurabili che devono essere affrontati, primo fra tutti il rapporto tra le città in continua crescita e la loro storia, che in Cina è lunga ed ancora ben presente nel tessuto urbano. L'altro problema è il rapporto tra città e territorio, il consumo di suolo e la costruzione di nuove città satelliti che inesorabilmente tendono a dilatare i confini della città senza stabilire una vera relazione con l'ambiente rurale e la sua storia.

Una risposta ai problemi è apparentemente rendere le città "smart" ovvero intelligenti, in grado di ottimizzare le risorse e rispondere ai bisogni dei cittadini in modo attraverso servizi forniti in tempo reale.

Osservando dall'Italia questo contesto così complesso ed affascinante nella sua sfida al futuro ed alla nostra capacità di plasmarlo in modo sostenibile, si coglie il senso della difficoltà che la gestione di tale processo comporta. La popolazione italiana è sostanzialmente stabile da anni e non sono in atto questi grandi processi come in Cina, è anzi in corso un processo di profondo ripensamento del contesto urbano e del suo rapporto con il territorio. L'Italia è il paese delle cento città con una storia ricca ed articolata che ha prodotto una delle più grandi meraviglie in termini di bellezza e patrimonio artistico del mondo. Quasi tutte le città, i paesi ed i borghi hanno conservato non solo la struttura urbana ma anche il patrimonio edilizio accumulato in secoli di storia. Tale patrimonio per un patto etico tra generazioni è arrivato quasi intatto fino ai giorni nostri. Il modello di città italiana non è "smart" ma è " friendly" con la consapevolezza che i cittadini in gran parte non desiderano vivere in un ambiente intelligente, ma in uno amichevole, in cui ci si possa facilmente spostare a piedi o in bicicletta, incontrarsi ed essere circondati dalla bellezza sia naturale sia architettonica.

Anche le belle città italiane devono affrontare tuttavia sfide di non semplice soluzione, tra tutte il degrado delle periferie, la gestione delle risorse che in un territorio fragile come l'Italia sono scarse e di difficile reperimento, la tutela del patrimonio artistico e il recupero delle aree urbane degradate. Analogamente a quanto avviene in Cina la pressione della speculazione edilizia genera una forte pressione sulle città che tendono a dilatarsi anche oltre il necessario, creando quartieri fantasma che l'eccesso di offerta, gli scarsi servizi e gli elevati prezzi non sono in grado di rendere appetibili per i nuovi cittadini.

Le soluzioni che le città italiane, in particolare quelle le cui dimensioni sono tra i 100000 ed i 300000 abitanti, hanno trovato per rispondere a queste sfide può fornire interessanti opportunità alla Cina. Queste dimensioni sono ovviamente piccole nella scala urbana cinese ma proprio dalla collaborazione bilaterale possono nascere soluzioni da studiare e riadattare ad una scala più grande. È qui dove l'Italia può dare un importante contributo ed imparare allo stesso tempo dall'esperienza cinese. Vi sono soluzioni tecnologiche sviluppate dall'Italia in diversi settori che sono all'avanguardia ed hanno fornito soluzioni importanti nella gestione del ciclo dell'energia e dei rifiuti. Le aziende italiane hanno sviluppato tecnologie innovative e flessibili che possono essere applicate facilmente su grande scala; è questo il nodo cruciale della collaborazione nell'urbanizzazione tra Italia e Cina. L'Italia può fornire tecnologia e capacità di progettazione ingegneristica e la Cina può aiutare le nostre imprese a crescere e sviluppare prodotti pensati per il mercato cinese. La forza delle aziende italiane del settore, ma in generale del sistema delle imprese medie e piccole del paese, è sì nell'elevata tecnologia ma soprattutto nella capacità di adattare con velocità e flessibilità i prodotti al cliente. Questo è un aspetto importante da sottolineare, la Cina è un paese di grandissime dimensioni con differenze culturali e geografiche notevolissime e le soluzioni non sono uniche e riproponibili in serie, ma vanno progettate ed adattate alla realtà locale.

Accanto al contributo tecnologico vi è inoltre quello culturale, le città sono il principale centro di creazione e diffusione della conoscenza. Pechino e Shanghai sono diventate due dei principali "hub" della conoscenza del mondo, grazie alla concentrazione di università, centri di ricerca e parchi scientifici che hanno funzionato da straordinario attrattore di talenti e di imprese giovani dinamiche e creative. In questi centri si è quindi formata una classe urbana colta, cosmopolita, curiosa e aperta alla sperimentazione che vorrebbe migliorare sempre più la qualità della vita. L'architettura seriale che riproduce un ambiente artificiale totalmente estraneo alla cultura cinese, come le imitazioni di villette neoclassiche in stile, non soddisfa più alle aspettative di modernità e novità dei singoli cittadini. In questo contesto gli architetti e gli studi italiani possono fornire un importante contributo nel recupero urbano, nell'integrazione delle nuove città con il territorio e soprattutto nella progettazione di un ambiente urbano amichevole, dove l'archetipo della città ideale italiana possa fornire un modello ideale. È un grande lavoro in cui la collaborazione con gli architetti cinesi può dar luogo ad interessanti progetti in cui non si ripropone solo una imitazione di ambiente urbani estranei ma si rielabora in modo critico e sinergico la realtà urbana cinese.

Il dialogo Cina-Italia sull'urbanizzazione è una straordinaria occasione di crescita reciproca, le sfide da affrontare sono enormi e si può imparare e trarre beneficio da questo grande processo storico di cui siamo fortunati testimoni.

Focus
Social Media

Riviste
Eventi
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040