Milioni di soci al mondo e un solo ideale comune
  2018-02-08 14:51:21  cri
Milioni di soci al mondo e un solo ideale comune

di Maurizio Gardini

Ancor prima che come potenziale partner commerciale, la Cina è un grande Paese grazie alla sua cultura e al rispetto delle tradizioni enogastronomiche di qualità. Al pari di quella italiana, la cucina cinese è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. E sono sempre di più ormai le aziende italiane che hanno deciso di investire in Cina per promuovere quel made in Italy di qualità che tanto interessa ai consumatori locali, soprattutto nell'ambito del food & wine, che presenta ancora notevoli margini di crescita, visto che le esportazioni agroalimentari italiane verso la Cina nel 2014 hanno superato di poco i 360 milioni di euro a fronte dei 34, 1 miliardi complessivamente esportati.

Allo stesso modo, anche i numeri dell'import dell'Italia dalla Cina sono molto limitati rispetto al potenziale del mercato asiatico. Troppe, ancora, le barriere tariffarie e non tariffarie che limitano gli scambi tra l'Europa e la Cina. Notevoli passi avanti sono stati compiuti nel 2012 con il Progetto 10+10 che ha consentito la registrazione di dieci indicazioni geografiche europee in Cina (tra cui le DOP Grana Padano e Prosciutto di Parma) e di 10 indicazioni geografiche cinesi in Europa. Crescono inoltre le attese sugli accordi bilaterali sull'olio di oliva e sugli agrumi di cui si sono recentemente conclusi i negoziati.

Sono lieto di poter sottolineare che diverse aziende cooperative associate a Confcooperative già presenti in Cina.

Solo per citarne alcune, il colosso Conserve Italia, leader in Europa per la produzione prodotti ortofrutticoli trasformati (oltre 1 miliardo di euro di fatturato aggregato), che esporta il 43% della sua produzione in trenta Paesi con i prestigiosi marchi Cirio, Yoga, Valfrutta. In Cina è presente con diversi importatori ma non c'è dubbio che il volume delle vendite è ancora molto ridotto rispetto al reale potenziale che può esprimere questo gruppo cooperativo.

Così come Naturitalia, cooperativa tra le più grandi in Italia per la produzione di frutta e ortaggi (oltre 400 mila tonnellate l'anno), già presente in Cina con il kiwi (oltre il 10% del kiwi italiano venduto in Cina proviene dai soci di Naturitalia) e che, con l'accordo sugli agrumi, potrebbe estendere il proprio business anche alle arance.

Nel settore del vino, un caso interessante è Caviro, un consorzio cooperativo che associa 32 cantine e 12.000 soci viticoltori, per una capacità produttiva di 490 milioni di litri. Tavernello, il suo brand principale, è la prima marca di vino italiano al mondo e vende 100 milioni di litri. Per l'azienda, la Cina è un mercato veramente strategico tanto che all'inizio del 2014 ha aperto un ufficio di rappresentanza a Shanghai.

Confcooperative - Confederazione Cooperative Italiane é la principale organizzazione di rappresentanza del movimento cooperativo italiano, con 20.000 imprese cooperative associate, 550.000 occupati, 3.2 milioni di soci e 65 miliardi di euro di fatturato. E' stata costituita nel 1919, ispirando la sua azione alla dottrina sociale della Chiesa cattolica ed in ossequio alla funzione sociale che la Costituzione Italiana con l'art. 45 riconosce alla cooperazione - l'Italia è uno dei 9 Paesi che in Europa menziona le cooperative nella propria Costituzione - Confcooperative ne promuove lo sviluppo, la crescita e la diffusione.

Siamo articolati in 9 federazioni nazionali, 22 unioni regionali, 79 unioni provinciali e 8 unioni interprovinciali, associamo e rappresentiamo cooperative attive in tutti i settori dell'economia italiana, dall'agricoltura al credito, dalla pesca alle cooperative di produzione lavoro e servizi, dalla sanità alla cultura, turismo e sport, dal settore sociale alle cooperative di distribuzione e consumo fino alla cooperazione internazionale allo sviluppo. Nel 2011 abbiamo dato vita all'Alleanza delle Cooperative, un coordinamento tra le tre maggiori centrali cooperative italiane che rappresenta 43 mila cooperative, 1.2 milioni di occupati, 12 milioni di soci e 150 miliardi di euro di fatturato aggregato, pari all'8% del Pil italiano. Tale alleanza è associata all'Alleanza Cooperativa Internazionale e a Cooperatives Europe. A livello globale si stimano nel mondo 2,6 milioni di cooperative, 1,3 miliardi di soci e 250 milioni di occupati tra diretti ed indiretti.

Potremmo dire che il mondo stesso è cooperativo e al mondo noi guardiamo.

Per supportare i nostri associati nei loro processi di apertura ai mercati esteri, è stato costituito lo scorso anno un ufficio dedicato alle politiche di internazionalizzazione. E tra le varie iniziative realizzate, c'è un portale interamente dedicato alle politiche di export, un vero e proprio strumento di supporto con informazioni, iniziative, servizi personalizzati aggiornati e gratuiti.

Quale è il mio messaggio? Le cooperative nascono per valorizzare il territorio e per rispondere ai bisogni primari delle persone e dei soci: trovare reddito e occupazione. Al mercato globale le cooperative rispondono con il radicamento territoriale, esse non delocalizzano, non abbandonano il territorio dove nascono, ricercano piuttosto nuovi mercati per remunerare al meglio il lavoro dei soci e dei produttori. Più le cooperative esportano, più trovano nuovi mercati, tanto meglio riescono a remunerare il socio e svolgono la loro propria funzione sociale prima ancora che economica. Per le cooperative lo scambio mutualistico, la partecipazione del socio alla vita della cooperativa e la sua remunerazione sono punti indiscutibili. Per le cooperative non c'è sviluppo e non c'è crescita che prescindano dalla centralità dei soci e dei produttori.

Su queste fondamenta ideali potremmo costruire con la Cina un grande, duratura amicizia.

(L'autore è il presidente di Confcooperative - Confederazione Cooperative Italiane)

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