Cina: upgrade strategico dei centri di innovazione delle multinazionali
  2012-10-19 22:11:06  cri

La Cina, grazie alle sue potenzialità legate ad un mercato enormemente vantaggioso, alle ricchezza in termine di personale qualificato e a uno stabile ambiente sociale, è ormai terreno fertile per i centri di innovazione e le filiali di aziende multinazionali. Nonostante la recessione dell'economia mondiale, la passione delle multinazionali nel dislocare centri di innovazione in Cina non si è affatto affievolita, anzi, al contrario, si riscontra un costante aumento. Gli esperti osservano che una tendenza del genere dimostra che la forza di attrazione della Cina per gli investimenti stranieri non ha subito nessun calo e che il paese offre degli evidenti vantaggi nelle infrastrutture, nelle risorse umane e nella stabilità macropolitica.

I dati in merito dimostrano che attualmente sempre più multinazionali costruiscono nuovi centri di innovazione in Cina o vi si trasferiscono. A giugno di quest'anno, solo Shanghai ha accolto oltre 300 centri di innovazione. Inoltre, nelle zone a maggiore concentrazione di personale altamente qualificato quali Beijing e Tianjin, lungo la costa orientale come Guangzhou e nelle aree occidentali e centrali tra cui Wuhan, Chengdu e Chongqing, vi è molta concorrenza nella scelta della location per aprire i centri.

Mei Xinyu, ricercatore dell'Istituto del Ministero del Commercio cinese, osserva che le potenzialità di questo mercato enormemente vantaggioso, la ricchezza in termine di personale qualificato e lo stabile ambiente sociale, sono gli elementi che le imprese estere privilegiano maggiormente nella decisione di aprire centri di innovazione.

"Innanzitutto bisogna dire che alcuni centri di innovazione sono aperti specificamente per il mercato cinese. La Cina è la seconda economia al mondo e il mercato sviluppatosi più velocemente tra i grandi paesi economici. Nei centri di innovazione aperti nel paese si possono condurre ricerche sui consumatori cinesi così da potersi aprire in modo più mirato a questo mercato. In secondo luogo, la Cina vanta di grandi vantaggi nelle risorse umane e nelle industrie abbinate alle infrastrutture, nel 2010, la Cina ha già superato gli Stati Uniti diventando il maggiore paese manifatturiero al mondo e ad oggi è il paese con il maggiore numero dei laureati in materie scientifiche, per non parlare del fatto che i costi nell'ambito delle risorse umane in Cina sono molto inferiori rispetto ai paesi occidentali."

Dopo tanti anni di sviluppo, la missione dei centri di innovazione delle imprese a capitali esteri ha fatto un ulteriore upgrade passando dal principio di "Innovare per la Cina" a quello di "Innovare in Cina", con sempre più centri trasformati in centri di innovazione mondiali. Attualmente la Philips ha già 12 centri di innovazione in Cina e gli investimenti annuali nell'innovazione superano i 100 milioni di euro. Giorni fa a Changsha, capoluogo della provincia dello Hunan, la Robert Bosch, produttrice tedesca di componenti per autovetture, ha investito per un nuovo centro di innovazione con l'obiettivo di svolgere attività di ricerca sui mercati mondiali e su quello tedesco. A giugno di quest'anno, anche la Shell ha annunciato un trasferimento del suo dipartimento per gli affari mondiali di gassificazione e il centro dei gas anomali e dei gas di carbone a Beijing, e la prossima disposizione a Shanghai di un centro tecnologico mondiale sugli oli lubrificanti.

Alcuni ritenevano che con lo sviluppo delle altre economie emergenti la forza di attrazione della Cina sugli investitori stranieri si stesse riducendo. Su questa voce non si trova però d'accordo Mei Xinyu, che la definisce infondata.

"Anche se gli ordini delle industrie cinesi a lavoro intenso sono stati trasferiti ai paesi in via di sviluppo tra cui Vietnan e India dove il costo delle risorse umane è inferiore, questa condizione non è sufficiente per influenzare il complesso dell'industria e delle esportazioni del paese, poichè questi paesi hanno commerci di piccolissime dimensioni. Mentre per quanto riguarda le industrie emergenti e avanzate, la Cina ha presentato dei vantaggi evidenti, le sue esportazioni di prodotti meccanici ed elettronici occupano la metà dell'intero l'export e anche nel settore delle industrie che si occupano di attrezzature per le telecomunicazioni e di macchinari ingegneristici, la Cina è già diventata leader mondiale. Guardandola sotto un altro aspetto, l'aumento del costo delle risorse umane significa anche una crescita dei redditi dei nostri lavoratori e qualora i redditi fossero distribuiti in modo equo, l'aumento delle entrate sarebbe proprio l'obiettivo della crescita economica."

Mei Xinyu ha poi aggiunto che d'oggi in poi i requisiti per accedere al mercato diventeranno gradualmente meno rigidi e quindi ci saranno sempre più investimenti esteri, tuttavia, la crescita di questi ultimi sarà meno rapida degli investimenti cinesi all'estero. Poi, i vantaggi delle aziende a capitali esteri saranno sempre meno evidenti rispetto a quelli delle aziende cinesi col risultato che dovranno disporre di maggiori tecnologie avanzate per poter trovare qualche spazio nel mercato.

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