Guangxi e Toscana: i traguardi di Cina e Italia nella sicurezza alimentare
  2013-02-20 13:38:51  cri

Negli ultimi anni di pari passo con lo sviluppo economico e sociale, accompagnato dai progressi nelle scienze e tecnologie e dall'accelerazione del processo di globalizzazione economica, il commercio alimentare internazionale ha visto un costante aumento. Con l'espansione del mercato alimentare e sulla base della tendenza alla globalizzazione, la sicurezza alimentare ha valicato i confini nazionali, diventando una questione di spicco a livello mondiale. In Cina, la sicurezza alimentare rimane ancora un argomento scottante mentre, per quanto riguarda l'Italia, un paese occidentale sviluppato, si vantano delle esperienze assolutamente avanzate nel settore; non è un caso, quindi, che i due Paesi stiano procedendo a frequenti e lungimiranti collaborazioni sul tema. Tra queste si annovera il progetto, ideato congiuntamente dalla Regione autonoma del Guangxi e la Regione Toscana, indirizzato a favorire gli scambi e a porsi come modello per i rapporti bilaterali sino-italiani.

Dalle ricerche tematiche agli scambi e la formazione

In pochi anni, le due parti, attraverso collaborazioni nei settori dell'industria, dell'istruzione e della ricerca sono riuscite ad elevare la formazione reciproca nell'ambito di educazione agli scambi tra le rispettive autorità.

Nel 2006, l'Università del Guangxi e l'Università di Pisa hanno dato il via a un progetto di dottorato; l'anno successivo il Ministero degli Esteri italiano ha finanziato più di dieci esperti italiani nell'organizzazione del dibattito sino-italiano sulla sicurezza alimentare. A queste due prime iniziative ne sono seguite altre: nel 2009 una missione del governo della regione autonoma del Guangxi si è recata in Italia per firmare l'accordo sulla fondazione di un centro per la ricerca e la formazione sulla sicurezza alimentare, nel 2011 l'Istituto per la supervisione alimentare e dei medicinali del Guangxi e il centro tecnico affiliato al dipartimento per l'ispezione e la quarantena delle merci in entrata e uscita del Guangxi per l'ispezione e la quarantena sono stati inseriti nel progetto per la formazione di personale specializzato nella valutazione della sicurezza degli alimenti e medicinali della regione. L'iniziativa più recente risale allo scorso anno, quando una delegazione della regione Toscana si è recata nella regione cinese per scoprire la targa sul Centro sino-italiano per la ricerca della sicurezza alimentare.

Grazie ai sempre più frequenti ed intensi scambi, la Regione autonoma del Guangxi ha potuto trarre profonde ed avanzate conoscenze nell'ambito della sicurezza alimentare. Di contro, la stessa regione Toscana ha avuto l'opportunità di ampliare a 360° le sue esperienze nel sistema di supervisione della sicurezza alimentare cinese e dell'alimentazione cinese che, come ricordiamo, affonda le sue radici in una cultura antichissima. La coesione di tutti questi fattori ha fatto da stimolo all'export alimentare italiano in Cina.

Supervisione e standard di sicurezza: opinioni a confronto

Negli ultimi anni, tra gli argomenti di comune interesse trattati tra i due Paesi, figura principalmente lo scambio di idee nell'ambito della supervisione della sicurezza alimentare.

In Italia, è il Ministero della Salute che amministra direttamente il lavoro di supervisione mentre, in Cina, questo è gestito dalle catene di industrie e dai ricercatori affiliati al progetto, disperdendo, in un certo qual modo, l'efficacia del controllo stesso. La Professoressa Alessandra Guidi, prorettore dell'Università di Pisa e responsabile della parte italiana del progetto, rileva: "La principale problematica correlata alla sicurezza alimentare cinese sta in un controllo svolto da un eccessivo numero di organi amministrativi. In una filiera così frammentata il rischio di un limitato trasferimento d'informazioni sale esponenzialmente. L'idea di un controllo centralizzato è ciò che intendiamo trasmettere ai ricercatori cinesi".

In qualità di responsabile della controparte cinese, anche la Professoressa Huang Weiyi, prorettore dell'Università del Guangxi, si dice profondamente consapevole della questione: "Secondo quanto appreso, in Italia tutto il sistema che ruota attorno alla sicurezza alimentare è controllato dal Ministero della Salute, quindi, qualora si verificasse un caso di zoonosi, le informazioni sarebbero trasmesse immediatamente all'autorità esecutiva, la quale gode della facoltà di mobilitare tutte le risorse a sua disposizione come medici, veterinari o esperti del settore agricolo per condurre delle ricerche e, nell'eventualità, di attuare le misure necessarie di prevenzione e isolamento facendo intervenire le forze dell'ordine. La Professoressa Huang ha aggiunto: "Per ora un sistema simile è impossibile da attuare in Cina, dove l'organo di supervisione è sotto la competenza di cinque o sei dipartimenti i quali, in un caso come sopra indicato, si riverserebbero le responsabilità l'un l'altro. Per giunta in Cina il protezionismo locale è ancora molto forte, di conseguenza, il tempo di ricezione delle informazioni alle autorità è spesso dilatato.".

Oltre ad un'analisi comparativa dei rispettivi sistemi di controllo, anche il confronto tra i rispettivi standard di sicurezza delle specialità locali si pone come argomento di nicchia del progetto. Attraverso quest'ultimo processo le due parti sono venute a conoscenza che, in merito alla legge sulla sicurezza alimentare, la Cina è manchevole di uno standard generale di cui l'Italia, in quanto inclusa nella legislatura dell'UE, è invece in possesso.

Nel 2009 in qualità di professore inviato, la Professoressa Liu Xiaoling, vice direttrice Istituto dei generi alimentari dell'industria leggera dell'Università del Guangxi, si è recata in Toscana per partecipare agli scambi bilaterali inerenti il progetto. Nel corso della sua permanenza, la Professoressa ha riconosciuto che alcune leggi e norme relative alla sicurezza alimentare italiane dispongono di una serie di limitazioni negli indicatori microbiologici per una certa categoria di prodotti; di contro, per quanto riguarda la Cina, è assegnata una dicitura per ogni prodotto, coperta da standard sanitari o microbiologici. "Gli esperti italiani erano intenzionati a conoscere gli standard connessi alla sicurezza alimentare in Cina; io stessa, controllando un gran numero di documenti in materia di indicatori dei vari microbi patogeni, sono venuta a conoscenza del fatto che il nostro Paese non possiede ancora alcuno standard generale di riferimento in merito.", così dice la Professoressa Liu Xiaoling.

Formazione nella supervisione di carni e prodotti ittici

Un altro contenuto importante della collaborazione tra Guangxi e Toscana nell'ambito della sicurezza alimentare è la formazione nella supervisione delle carni e dei frutti di mare. Nella fase operativa del progetto, la parte del Guangxi ha spedito delle missioni nelle fabbriche italiane di stabulazione dei molluschi, così da avere un'idea sulla circolazione e il controllo condotti dall'UE. Al contempo, le delegazioni cinesi hanno condotto diverse visite nelle aziende italiane per la lavorazione dei prosciutti, nelle quali sono venute a conoscenza del sistema HACCP. Le modalità del lavoro di controllo attento e sistematico hanno impressionato positivamente gli ospiti cinesi.

Durante il periodo di formazione, la Professoressa Liu Xiaoling, oltre ad aver notato una diffusione in larga scala di fabbriche per la purificazione organica, ha anche osservato che in Italia vigono norme specifiche per l'acquacoltura, e che la qualità corrisponde necessariamente ad un dato indicatore sanitario annesso alla purificazione delle acque. Per quanto riguarda la situazione in Cina, invece, i molluschi o entrano direttamente nei mercati contadini, oppure vengono inglobati dalle aziende e trasformati in prodotti finiti. Possiamo dire che l'acquacoltura cinese è come un bimbo in fasce, nel senso che è un processo nato solo negli ultimi anni, di conseguenza, rispetto all'Italia, che vanta invece una lunga tradizione, il divario è ancora evidente.

Le problematiche già menzionate sono riscontrabili anche nella supervisione dei prosciutti che si riflettono in un'accortezza sul controllo dei prodotti finiti a scapito di un monitoraggio che parta dall'origine e segua tutto il processo di produzione.

A seguito della progressiva diffusione dei progetti di formazione, il numero del personale aderente, affiliato al governo del Guangxi, è cresciuto progressivamente. Nel dicembre del 2010, una delegazione composta da sette membri, guidata da Liu Huagang, vice direttrice del dipartimento per l'ispezione e la quarantena delle merci in entrata e uscita del Guangxi, si è recata in Toscana per un corso di formazione di una settimana inerente la sicurezza dei prodotti ittici; con l'occasione la delegazione ha visitato qualche mercato ittico locale e alcune fabbriche destinate alla lavorazione dei prodotti ittici surgelati.

Come membro appartenente alla delegazione, la signora Wu Yujie, ricercatrice del laboratorio alimentare del centro tecnico del Dipartimento, ha testimoniato come gli ispettori locali svolgessero le operazioni di controllo e di quarantena ad un container di prodotti ittici importato dalla città cinese di Zhoushan. "Ho notato che l'ispezione dei documenti, il prelievo dei campioni e il processo di monitoraggio sul posto sono stati regolari, rapidi e completi. Da ciò si prende facilmente atto dell'altissimo livello di accuratezza e di competenza su ogni singolo aspetto inerenti i prodotti ittici", commenta la signora Wu Yujie.

Oltre ad una comprensione intuitiva dei processi di supervisione, i membri della delegazione hanno anche notato che il margine e il livello di formazione nei diversi ambiti della sicurezza alimentare dell'Italia sono di notevole portata. Durante la sua visita a Prato, la Professoressa Liu Xiaoling ha riferito che lungo diverse scadenze, il Ministero della Salute italiano convoca i cittadini locali a seguire corsi di formazione sulla sicurezza alimentare e che, chiunque si occupi di produzione e management alimentari, deve sottoporsi a questo tipo di corsi annualmente ed entrare in possesso dei certificati inerenti necessari. Secondo Wu Yujie, il Ministero della Salute italiano adotta dei metodi particolari per condurre i progetti di formazione. Durante il periodo di studio e scambio in Italia, la ricercatrice è rimasta impressionata dalla grande attenzione prestata alla formazione: sia nell'ambito tecnico, che nella regolazione degli impegni, ad un processo graduale ne segue uno di messa in opera. A tal proposito, la Professoressa Huang Weiyi, responsabile della controparte cinese, ammette che in realtà, la Cina presta grande attenzione alla formazione in materia di sicurezza alimentare; di conseguenza, qualora venisse ulteriormente potenziato il margine di comunicazione e di training, il livello delle conoscenze in merito potrà ben presto raggiungere quello dei paesi avanzati occidentali.

Collaborazione e sviluppi futuri

Con la fondazione ufficiale del Centro sino-italiano per la ricerca della sicurezza alimentare, il progetto tra la Regione Autonoma del Guangxi e la Toscana è stato pienamente concretizzato sia nell'ambito delle risorse umane che per i finanziamenti. Prossimamente le due parti organizzeranno una serie di corsi di tre settimane con a tema l'organizzazione del sistema di sicurezza alimentare, il piano sui laboratori e sistemi di allerta e prevenzione delle malattie animali e i progetti di ricerca sulla questione delle parassitosi da consumo di prodotti ittici in Cina. Secondo quanto rivelato dalla Professoressa Huang Weiyi, in futuro la parte cinese continuerà ad inviare in Toscana missioni composte da personale specializzato per garantire loro formazioni audiovisive di primissimo livello; al contempo la regione cinese ospiterà esperti italiani di settore per scambi in merito. La Professoressa ha detto: "Da un punto di vista statale, i vari enti a livello provinciale hanno a disposizione un certo budget utilizzabile per i corsi di formazione. Il nostro progetto ha aperto un canale in questo settore, dando la possibilità a del personale specializzato di recarsi in paesi avanzati occidentali per partecipare a corsi su temi inerenti la sicurezza alimentare. Inoltre, considerato il vantaggio su base geografica della Regione del Guangxi, qualora uno o più paesi dell'ASEAN volesse collaborare con noi, questo sarebbe il benvenuto e sarebbe coinvolto immediatamente in uno dei nostri progetti di training".

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