L'ombra
  2009-10-01 14:10:44  cri
Feng Hua

L'ombra

(Ru ying sui xing)

Jiangsu Literature and Art Press

Primo capitolo

1.

Mi Duo e Pu Ke si erano conosciuti a una festa di amici. Da due mesi, lei aveva lasciato l'ospedale e, salvo qualche sporadica uscita solitaria per vedere un film, passava il tempo in casa a leggere e ascoltare musica. Quel sabato si erano riuniti per salutare un conoscente che andava a vivere all'estero e lei era stata coinvolta, suo malgrado. Gli invitati erano un gruppo eterogeneo, in pochi si conoscevano già, la maggior parte erano amici degli amici; dopo le solite presentazioni e qualche scambio di cordialità, Mi Duo cominciava ad annoiarsi e si era seduta su un divano in un angolo a sfogliare riviste. In quel momento, un suo amico si avvicinò in compagnia di uno sconosciuto. Lei si alzò in piedi e gli strinse la mano.

Pu Ke lavorava nel sesto dipartimento di polizia. Mentre l'amico la presentava come un medico dell'ospedale provinciale del popolo, lei lo interruppe: "Non lavoro più lì".

Sorpreso, lui chiese spiegazioni ma lei tagliò corto: "Ne parliamo un'altra volta". Passò a occuparsi di Pu Ke che sorrideva, fissandola in silenzio. Chissà perché aveva la vaga sensazione di averlo già conosciuto. Si scambiarono qualche parola, poi l'amico se ne andò lasciandoli soli.

Mi Duo, curiosa, disse a Pu Ke: "Non hai l'aria di un poliziotto". Lui aveva l'incarnato chiaro, era alto, magro e dai modi eleganti, sembrava un "colletto bianco" in una grossa impresa o un segretario di un ufficio statale. Invece lavorava nella polizia investigativa e si occupava di casi criminali.

Lui sorrise: "Neppure tu corrispondi alla mia idea del medico".

"E quale sarebbe?"

"Espressione piatta, sguardo freddo, totale mancanza di curiosità".

Mi Duo scoppiò a ridere: "E io che non sapevo perché avevo lasciato l'ospedale, si trattava di eccesso di curiosità". Ora, pensò lei, sembra un poliziotto. Gli era bastato un'attimo per intuire l'interesse di Mi Duo.

Lui le chiese: "Non ti piaceva fare il medico?"

Lei scosse la testa, forse per negare o semplicemente perché non sapeva come rispondere alla domanda. In quei giorni era sempre un po' depressa, le cose non erano migliorate lasciando l'ospedale, come aveva sperato. A volte le era venuta voglia di parlarne con qualcuno, ma non le risultava facile entrare in argomento e ogni tentativo l'aveva lasciata con un senso di delusione, nei confronti dell'interlocutore e di se stessa. Ora, stranamente, provava il desiderio di confidarsi con quel perfetto sconosciuto che la osservava tranquillo, intento senza essere pressante, che aveva una voce limpida e piacevole dal tono misurato e sembrava essere totalmente a suo agio.

Mi Duo sospirò abbassando la testa, poi guardò Pu Ke e disse: "Sto cercando di capirlo anch'io, all'inizio ho deciso di studiare medicina e ora di lasciare l'ospedale, ma non saprei dire quali siano i veri motivi di queste scelte". Fece una pausa di alcuni minuti, mentre Pu Ke la guardava gentile, in silenzio. Poi continuò: "Quando ho iniziato a studiare medicina ero terrorizzata, il corpo umano mi sembrava un enorme meccanismo complicato, un mondo a parte. Divenni poi molto fiera di poter modificare, influire su questo universo con il mio bisturi. Dopo c'è stato qualcosa, ma non saprei descriverlo in due parole. Ho scoperto poco a poco che il corpo, per quanto complesso, ha i suoi limiti mentre è l'universo della mente a essere infinito. Ma non è stato questo mutamento di interesse a spingermi a lasciare l'ospedale, non saprei dire, forse dovrei collegarlo a quello che è accaduto".

Si accorse che stava diventando incoerente e ammutolì.

Pu Ke disse: "Ora sono io a essere curioso".

Mi Duo chiese sorridendo: "A cosa ti riferisci?"

Pu Ke le spiegò, serio: "Prima di una decisione importante c'è sempre un processo graduale, progressivo. Al momento cruciale, però è una scintilla a scatenare il tutto. Mi diresti quale è stata la tua scintilla?"

Mi Duo ridendo, gli rispose: "Un poliziotto sa sempre come estorcere una confessione. Voglio raccontartelo perché ha qualcosa a che fare con il tuo mestiere".

D'un tratto le luci si abbassarono, si diffuse una musica dolce e alcune coppie iniziarono a ballare. Quelli che non ballavano si fecero da parte mettendosi a sedere. Mi Duo e Pu Ke si guardarono ridendo, un po' in imbarazzo. Erano in piedi, uno di fronte all'altra. Per fortuna Pu Ke non fece il gesto, perchè a Mi Duo non piaceva ballare; dopo un breve silenzio, lei gli chiese: "Vuoi che continui?"

"Certo, - rispose lui, - ma andiamo in balcone, è più tranquillo".

Lei stava pensando la stessa cosa ma non l'aveva detto, il suggerimento di lui la fece trasalire involontariamente. Poi annuì e insieme uscirono all'aperto. L'appartamento era nella parte alta di un palazzo di ventiquattro piani, soffiava una forte brezza a rinfrescare la torrida serata estiva.

Mi Duo respirò profondamente: "Che piacere". Non amava le stanze chiuse e gli ambienti climatizzati, in casa aveva il condizionatore ma non lo accendeva mai, preferiva sudare e rinfrescarsi ogni volta con una doccia. Vide la luna piena, velata appena da nuvole leggere che ne addolcivano la luce, nelle orecchie sentiva il fischio del vento. Sotto di lei scintillava una distesa di luci multicolori. Tutto questo le donò una sensazione familiare ed estranea al tempo stesso, o forse era stato il suo umore in quella notte a tingere il mondo di sentimento. Senza sapere come, iniziò a raccontare l'episodio che l'aveva suggestionata.

Una domenica di tre anni prima, Mi Duo era di turno in ospedale. Dal pronto soccorso portarono un paziente in condizioni critiche, era stato pugnalato alla milza e al rene sinistro, aveva perso molto sangue e al suo arrivo la pressione sanguigna era scesa quasi a zero. Mi Duo e un altro medico si misero insieme al tavolo operatorio per le prime cure di emergenza e, dopo aver tagliato gli abiti del paziente, si accorsero che aveva decine di ferite da taglio, più o meno profonde, in varie parti del corpo. Era la prima volta che lei vedeva qualcuno ridotto in quello stato, l'altro medico aveva la sua età e ancor meno esperienza e per un attimo i due furono presi dal panico. Poi Mi Duo riacquistò il controllo e si dedicò alle ferite più gravi alla milza e al rene, mentre il collega pensava alle altre. Dopo dodici ore e mezza la milza era riparata, il rene asportato e sul corpo del paziente c'erano centosessantatre punti di sutura. Durante l'operazione Mi Duo, salvo una visita in gabinetto, non aveva neppure perso tempo a battere le ciglia. Alla fine, per un lungo momento, era stata incapace di muovere un passo, davanti ai suoi occhi si stendeva una cortina rosso sangue; un profondo sfinimento nell'anima e nel corpo che forse non avrebbe dimenticato per tutta la vita.

Poi, dedicò uno sguardo al volto del paziente che non aveva fatto in tempo a vedere fino a quel momento. Era un ragazzo di vent'anni dal viso infantile, le fattezze delicate e l'incarnato pallido, sembrava impossibile che qualcuno avesse voluto fargli del male. Mi Duo non conosceva i particolari, ma a vedere quel giovane sdraiato in un letto d'ospedale, fragile e indifeso, aveva provato una pena indescrivibile come per un fratellino, e dire che lei era la più piccola di casa.

Più tardi aveva saputo dai poliziotti incaricati delle indagini che si chiamava Zuo Xiaobing, all'età di dodici anni era stato dato in affidamento al padre dopo il divorzio dei genitori. La madre si era sposata di nuovo, era andata a vivere in un'altra provincia e lui non l'aveva più rivista. Quando il padre aveva ripreso moglie, lui era tornato a vivere con la nonna materna, che si era occupata di lui da piccolo. In famiglia la situazione economica era precaria e non aveva finito le superiori, per un po' aveva venduto giornali, poi fatto trasporti con un carretto a tre ruote, alla fine aveva messo su una bancarella di frutta. Lavorava dalla mattina alla sera, la merce era di buona qualità e i prezzi erano onesti, chi era a conoscenza della situazione provava pena per lui e gli comprava la roba. Con l'andar del tempo, un mercante che per anni aveva avuto un banco nella zona si era infastidito e aveva chiesto a un gruppo di teppisti di cacciarlo via. Zuo Xiaobing era testardo, si era rifiutato di andarsene e aveva risposto per le rime a quei balordi che, infuriati, gliel'avevano fatta pagare.

Durante la sua degenza, Mi Duo gli aveva prodigato tutte le cure possibili. E lui ormai la considerava una sorella, anche se per rispetto la chiamava dottoressa Mi. Quando le sue condizioni si furono stabilizzate, venne dimesso dall'ospedale. Il fruttivendolo pagò le sue spese mediche e qualcosa come risarcimento ma, chissà come, riuscì a evitare le sanzioni penali.

La nonna accusò il colpo e per il dolore, la pena e la rabbia si ammalò e morì poco dopo. Da quel giorno del ragazzo non si ebbero più notizie. Mi Duo cercò di informarsi ma senza successo. Erano passati ormai alcuni anni e Mi Duo non ricordava neanche più che aspetto avesse, rimaneva soltanto la memoria delle ferite che gli costellavano il corpo e del pallore inerme di quel viso nel letto d'ospedale.

Circa quattro mesi prima, il suo ospedale aveva preso accordi con chi di dovere per il prelievo degli organi di due condannati a morte. Se ne sarebbero dovuti occupare due medici del reparto di nefrologia, ma all'ultimo momento uno dei due non aveva potuto, e l'altro medico che conosceva Mi Duo e sapeva che non aveva impegni urgenti, aveva chiesto di portarla con sé.

Quando giunsero al luogo dell'esecuzione, i condannati erano appena arrivati, i due medici mostrarono le loro autorizzazioni, indossarono le mascherine e salirono sul camion per fare l'iniezione che serviva a ritardare la coagulazione del sangue e a conservare in vita gli organi che dovevano essere espiantati. Mi Duo ebbe una sensazione strana, faceva il medico da anni ed era abituata al sangue e alla morte ma nell'ambito dell'ospedale, lì era diverso.

Mentre iniettava uno dei detenuti, lei senza volerlo lo guardò in viso e rimase sconvolta. Era scarmigliato e aveva il volto cereo e coperto di lividi ma Mi Duo lo riconobbe all'istante, era Zuo Xiaobing il ragazzo che con tutte le sue forze aveva strappato agli artigli della morte!

Nella sua mente già si confondevano i ricordi di ciò che accadde poi. Le sembrava di ricordare che si era tolta la mascherina e aveva fissato Zuo Xiaobing con gli occhi sgranati. Lui l'aveva riconosciuta, i suoi occhi dallo sguardo vuoto si erano illuminati di un bagliore che si era spento subito dopo. Mi Duo aveva aperto bocca senza dire nulla, anche Zuo Xiaobing stava per parlare ma si fermò. Alla fine, in silenzio lei meccanicamente gli fece l'iniezione, mentre una tempesta di pensieri le agitava la mente.

Dopo dieci minuti, le guardie fecero scendere i condannati dal camion, in quel momento Zuo Xiaobing si voltò a guardare Mi Duo, nei suoi occhi lesse il dolore, la disperazione e forse un'ombra di vergogna. L'esecuzione terminò rapidamente. I medici dovevano estrarre i reni e i bulbi oculari, Mi Duo intenzionalmente evitò il cadavere di Zuo Xiaobing, non aveva il coraggio di avvicinarsi a quel corpo che aveva lottato così tanto per salvare e che ora giaceva senza vita. L'altro medico disse, ad un tratto: "A quest'uomo manca un rene".

Davanti agli occhi offuscati di Mi Duo riapparve la cortina color sangue di tre anni prima.

"Ecco la scintilla a cui ti riferivi. – Disse Mi Duo fissando la volta stellata in lontananza. – Avrei voluto sapere di cosa era colpevole ma mi sono sempre imposta di non chiederlo, come se la cosa non mi riguardasse. Ma dopo quell'episodio non sono più riuscita a concentrarmi sul lavoro. Ogni volta che ero al tavolo operatorio dubitavo di quello che stavo facendo e mi chiedevo se, dopotutto, avesse un senso. Lo so che forse stavo esagerando, ma a quel punto non ero più capace di controllare il mio umore. C'erano anche altri problemi che mi angustiavano e alla fine decisi di andarmene".

Durante tutto il discorso Pu Ke non aveva detto una parola, c'era stato soltanto un lieve cenno di assenso quando lei aveva nominato Zuo Xiaobing. Cadde il silenzio, Mi Duo si voltò e vide che lui la guardava con la tristezza negli occhi. Sentì muoversi qualcosa in fondo al cuore. Era come se quell'uomo di poche parole dall'espressione tranquilla avesse risvegliato in lei sensazioni a lungo sopite, una capacità di reagire agli eventi, di essere attratta dalla vita e dai fenomeni della natura, la voglia di riflettere e analizzare a fondo le ragioni dell'esistenza.

In un tono che non rivelava alcun intento consolatorio, lui le disse: "Sai, spesso nella vita siamo costretti a fare i conti con errori che non abbiamo commesso". Fece una pausa rivolgendo lo sguardo verso l'immensità del cielo notturno. "Ora però penso di comprendere cosa hai provato".

Mi Duo e Pu Ke non sapevano a che ora fosse finito il party quella sera. Quando riemersero dalla conversazione, la stanza era vuota e il padrone di casa era già andato a dormire.

馮華

《如影隨形》

 

 

第一章

 

米朵是在一次朋友聚會上認識普克的。那時米朵從醫院辭職已經兩個月,除了偶爾獨自外出看一場電影,大部分時間都是悶在房間裏看書、聽音樂。米朵的一位朋友要出國,大家便找了一個星期六的晚上辦了一個派對,米朵也被拉了去。參加派對的人很雜,認識的朋友沒幾個,朋友的朋友倒是一大堆,互相介紹,彼此寒暄,都是一些場面上的套話,米朵心裏有點不耐煩,一個人縮在角落的沙發上翻雜誌。這時米朵的朋友拉了一個陌生人走上前向她介紹。米朵只得站起來和那人握手。

朋友介紹説那人是市公安局六處的普克,接著向普克介紹説這是省人民醫院——還沒説完,米朵忙打斷説:"我已經不在那兒了。"

朋友有些吃驚,一問才知道米朵已經從醫院辭職了。米朵簡單地説:"以後有空再細説吧。"她沒太注意朋友的驚詫,倒是注意到普克的神情。普克微笑地看著米朵説話,並不插話,但目光顯得很專注。米朵不知咋的,隱約對普克産生了一種似曾相識的感覺。三個人聊了一會兒,朋友便到別處忙去了,只剩下米朵、普克站在那兒。

米朵有些好奇地説:"你看上去不太像公安。"普克皮膚白晰,瘦高個兒,俊朗斯文,像是大公司裏的白領,或是機關裏做文案工作的。但米朵剛才已經聽朋友説了,普克在市公安局刑偵處工作,專門負責辦理刑事案件。

普克微笑起來:"你也不像我印象裏的醫生呀。"

"你印象裏,醫生是什麼樣?"

"表情平淡,目光冰冷,對任何現象都沒有好奇心。"

米朵笑了。"哦,本來我都不明白我怎麼會辭職,原來是好奇心太重。"她想普克現在有點像公安了,他一眼就看出米朵對他有好奇心。

普克問:"你不喜歡做醫生?"

米朵搖搖頭,也不知是想表達她不喜歡做醫生,還是對普克的問題做出否定回答。本來這段日子她的心情一直很鬱悶,沒有像她期望的那樣因為脫離了醫院就好轉起來。有時她也很想和什麼人談一談話,可試過幾次,總是很難深入下去,弄得她很失望,既是對談話的對象,也是對她自己。此刻,面對著幾乎還是陌生人的普克,她忽然很奇怪地産生了一種交談的慾望。普克的目光沉著、專注,但並不給人以咄咄逼人的感覺,他的嗓音清朗悅耳,語速適中,顯出從容不迫的樣子。

米朵低頭沉吟了一下,抬頭望著普克説:"我也在考慮,當初選擇上醫學院,現在選擇離開醫院,真正的原因是什麼,自己也一直不能確定。"她停頓了幾秒鐘,普克只是溫和地看著她,並沒有插話。她想了想,又接下去説:"剛學醫的時候,我都有點被嚇呆了,覺得人體是一個那麼複雜龐大的系統,簡直像另一個世界。而我拿著手術刀,就可以影響、改變,甚至操縱這個複雜的人體世界,所以那時候我感覺挺自豪。後來遇上幾件事,具體情況三言兩語也講不清。總之慢慢地,我發現人體世界的複雜可以有極限,而人的心理世界完全是無限的。不過,我倒不是因為好奇心發生了轉移才辭職,我也説不清,也許跟我遇到的那些事情有關吧。"

説到這兒,米朵覺得自己的思路有些亂,便停下來。

普克説:"現在你倒是讓我産生好奇心了。"

米朵笑著問:"你對哪部分有興趣?"

普克認真地説:"一般説來,一個人在作出某項重大決定前,往往有一個逐步積累的過程。不過,到了最後關頭,又大多有一個激發決定的導火索。如果沒有什麼不方便,能不能講講引發你辭職的導火索是什麼?"

米朵笑著説:"果然是搞刑偵的,很善於誘供呵。不過,我倒真想跟你説説這件事,因為説起來還與你的職業有點關聯呢。"

房間裏的燈忽然暗下來,又響起了輕柔的音樂,原來有人開始跳舞了。不跳舞的人也不再到處亂走,而是各自找了位置坐下。米朵和普克相視而笑,有點無可奈何。他倆面對面站著,也許在別人眼裏像是準備跳舞的樣子,可普克並沒有邀請的意思,米朵正好也不喜歡跳舞,停了一下,她問普克:"還要聽嗎?"

普克説:"當然。不過,我們可不可以到陽臺上去,那裏靜一些。"

米朵心里正在這樣想,只是猶豫著不知該不該直接講,聽普克説出來,不由有點吃驚。她點點頭,兩人一前一後到了陽臺。這套房子在一幢二十四層公寓樓的高層,風很大,使炎熱的夏夜變得十分涼爽。

米朵深深吸一口氣説:"真舒服。"她總是不太喜歡呆在密不透風的空調房間裏,她的房子裏也裝有空調,但她自己卻很少用,寧願一次次汗濕,再一次次衝涼。她站在陽臺上,看到夜空里正是一輪滿月,只是覆了一層薄薄的輕霧,使得月光格外溫柔,耳朵裏被呼呼的風聲灌滿。高層公寓的下面,是閃爍的華燈。這一切帶給她一種既熟悉又陌生的心境,或許正是這一夜的心境給這一切染上情緒的色彩。她説不清,但她卻開始對普克講述對她産生很大影響的那件事。

三年前的一個週日,米朵是外科的值班醫生。急診室送來一位垂危病人,被人用匕首刺穿脾臟及左腎,大量失血,送到醫院時血壓已接近於零。米朵及另一名醫生同時上手術臺進行搶救,等剪開病人衣服後,發現身上其他部位還有十幾處刀傷,有輕有重。米朵還是第一次遇見同時受這麼多傷的患者,另一位醫生和她年紀相倣,臨床經驗卻還不及她豐富,兩人一時間簡直慌了手腳。稍後米朵冷靜下來,與同事合作,她處理傷勢最重的脾臟及腎臟,同事處理其他傷口。手術共進行了十二個半小時,修補了脾臟,摘除了左腎,患者身上總計縫合一百六十三針。搶救過程中,除去上了一次洗手間,米朵連眨眼睛都怕浪費時間。手術結束後,她很長時間都挪不動步子,眼前只有一片血光,那種鑽人身心深處的疲勞,可能一生都難以忘記。

之後,米朵去看了那個在手術臺上她沒有來得及看到面孔的病人。他是個ZO歲的小夥子,長著一張孩子氣的面孔,眉眼清秀,臉色蒼白,讓人無法相信有人會對這樣一個孩子下手。米朵不了解具體情況,但她一看到這個躺在病床上虛弱無助的大男孩,就有種難以言喻的心痛,仿佛是她自己的親弟弟一樣,而米朵在家裏是最小的一個。

後來米朵又從來醫院調查案情的辦案人員那裏得知,這個叫左小兵的男孩,父母在他12歲時離異,他被判給父親,母親後來遠嫁他省,再也沒來看過他。父親再婚後,他就跑回將他從小帶大的外婆家住。外婆家境也不寬裕,他高中沒讀完就輟了學,賣了一陣子報紙,蹬了一陣子三輪車,最後擺了一個水果攤賣水果。他起早貪黑地幹,因為貨真價實,知情人又同情他的處境,都願意光顧他的生意。  誰知這樣一來觸犯了旁邊一家多年經營水果生意的攤販,那家人暗自找了當地幾個地痞,想將左小兵攆走。偏偏左小兵是個倔脾氣,不僅不讓步,言語也説得直來直去,惹得那幾個地痞上了火,終於對他下了毒手。

左小兵住院期間,米朵一直無微不至地照顧他。左小兵也把米朵當做姐姐一樣,不過言語間都是很尊重地稱為米大夫。等到傷勢基本恢復後,左小兵出院了。醫療費是找打傷他的那家水果販子出的,但不知他們通過什麼門路,居然免掉了刑事處罰,也沒有給左小兵賠多少錢。

左小兵的外婆經過這一次打擊,又痛又急又氣,一病不起,過了不多久便去世了,而左小兵也自此沒了蹤影。這以後,儘管米朵多次打聽左小兵的情況,仍然得不到一絲消息。幾年過去,米朵覺得連左小兵的容貌都記不清了,她只是記得他身上那縱橫交錯的一道道傷口,還有病床上那張蒼白無助的面孔。

大約四個月前,醫院與有關部門聯繫好,要取用兩位死刑犯的臟器。本來是由腎臟科兩位男醫生去的,不想其中一位臨時有事,另一位與米朵相熟,見米朵沒其他要緊事,便拖了米朵一同去。

到了行刑場,押解死囚的刑車也剛到,兩名醫生出示了有關手續後,戴上大口罩,上車給犯人打針,這種針的作用是使犯人死後體內血液短期內不能凝固,以保持所摘取臟器的活性。米朵心裏有種很奇怪的感覺,雖然從醫這麼些年,鮮血和死亡已經不會令她心驚,但那些都是以醫院為背景,而這裡卻籠罩著另一種氣息。

米朵給一名犯人扎針時,不由自主地瞟了一眼那犯人的面孔,她一下子便驚呆了。儘管那人頭髮蓬亂,臉色灰暗,臉上還有一塊塊的青紫,米朵仍然一眼就認出,他就是米朵費盡氣力從死神手裏救回一命的左小兵!

接下來的事米朵已經有些模糊了。似乎是她摘掉了口罩,瞪大眼睛盯住左小兵。而左小兵也認出了米朵,一雙木然的眼睛像有火花閃過,卻又瞬息即滅。米朵張口想説什麼,卻一個字也吐不出,左小兵也像欲言又止的樣子。兩人到底還是什麼都沒説,米朵機械地為他進行注射,腦子裏一片混亂。

十分鐘後,荷槍的武警將犯人押下車,臨下車時,左小兵回頭看了一眼米朵,米朵看到那眼神裏充滿了悲哀和絕望,也許還有一絲絲愧疚。槍決很快執行。兩名醫生的任務是摘取腎臟和完整的眼球,米朵有意避開了左小兵的屍體,她實在沒有勇氣面對那具她曾為之付出過心血而今卻已失去生命的身體。負責左小兵的醫生忽然説:"咦,這人少一個腎。"

米朵覺得眼前一片模糊,像是三年前搶救完左小兵後眼前的那片血光。

"看,這就是你説的導火索吧。"米朵凝視著遙遠的星空説,"我很想知道左小兵犯了什麼罪,但我一直控制著不去問,就像跟我完全沒有關係一樣。可那以後,我覺得我沒辦法集中精力工作了。一上手術臺,心裏就懷疑自己究竟在做什麼,做的有沒有意義。我當然知道自己有些一葉障目,可我真的控制不了情緒。再加上以前一些困擾我的事,我還是決心離開了。"

在整個的講述過程中,普克都沒有怎麼作聲,只是當米朵提到左小兵的名字時,他輕輕地"嗯"了一聲。講完後,兩人都有一會兒沒説話。米朵轉過臉來,看見普克用一種憂愁的眼神注視著她。米朵一下子覺得心裏有什麼被悄悄觸動了。有一種沉寂已久的情緒,那種會為某事所觸動,會被生命和自然現象所吸引,會對生活進行深層思考和探究的情緒,被眼前這個言語不多、表情平和的普克喚醒了。

普克用一種並非安慰的語氣説:"你知道,我們生活在這個社會裏,常常得面對很多錯誤,儘管那些錯誤並不是我們犯下的。"他停了停,目光轉向浩瀚的夜空,"不過,我現在有點理解你的心情了。"

那個晚上的派對是什麼時候結束的,米朵和普克都不知道。等他們從談話中清醒過來時,滿屋子的客人都已走光,而房主已經在臥室睡著了。

 

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