MORITURI TE SALUTANT
  2009-10-01 15:39:14  cri

Danila Comastri Montanari

MORITURI TE SALUTANT

Capitolo 1

Anno 798 ab urbe condita - Vigilia delle Calende di giugno

(31 maggio del 45 d.C.)

Il senatore Publio Aurelio Stazio sedeva un po' rigido accanto a Servilio, nella tribuna coperta dietro al palco imperiale.

L'anfiteatro di Statilio Tauro, al Campo Marzio, era già pieno da scoppiare, ma altra gente continuava a riversarsi dai vomitoria, i larghi corridoi di accesso per la plebe. I giochi di quel giorno sarebbero stati memorabili: Claudio, grande appassionato di ludi, non aveva badato a spese per offrire al popolo romano quanto di meglio si fosse visto fino a quel momento in fatto di combattimenti di gladiatori. L'arena era addobbata da larghi teloni che difendevano il pubblico dal sole cocente e, al suo centro, un monte artificiale ricostruiva fedelmente l'angolo di foresta tropicale da cui i campioni avrebbero dovuto stanare le belve; tutto attorno un largo anello di sabbia aspettava il passo trionfante dei vincitori e il sangue dei perdenti.

Tito Servilio, eccitatissimo, additava all'amico Aurelio i vari trucchi di scena, pregustando l'attesissimo spettacolo. Il senatore, dal canto suo, contemplava l'arena con un misto di curiosità e di disgusto: non amava i massacri, per quanto coreografici, e solo l'impossibilità di sfuggire ai suoi doveri sociali lo aveva indotto a occupare il posto, solitamente vuoto, che gli era riservato nella tribuna.

Il suo sguardo, vagando tra la folla nel tentativo di sottrarsi al fascino macabro del palcoscenico di morte apprestato nell'anfiteatro, finì col fermarsi sul podio imperiale, là dove il maturo Claudio, avvolto in una ricchissima veste di porpora, era intento a scommettere somme ingenti coi cortigiani più adulatori. Al suo fianco, sotto un baldacchino di broccato, le spalle fiere e regalmente perfette, sedeva la bellissima e chiacchierata imperatrice, Valeria Messalina. Aurelio riusciva ad intravederne, in mezzo alle nuche ben rasate dei funzionari, solo la cascata dei capelli d'ebano e un piccolo scorcio del purissimo profilo da bambola orientale.

"Eccoli, eccoli!" lo tirò per la manica Servilio, indicando il cancello da cui i gladiatori entravano, tra le ovazioni della folla.

Un primo gruppo di combattenti, vestiti di pelle di leopardo, passava in quel momento davanti al palco d'onore, seguito a ruota dai traci armati con la parma, il piccolo scudo rotondo destinato a frapporsi, unica difesa, tra loro e la morte. In un bagliore di corazze, fecero la loro comparsa i mirmilloni dai muscoli guizzanti e ben unti d'olio.

Davanti a quell'abbondanza sfacciata di robuste braccia virili, le matrone emisero sospiri soffocati, languidi di promesse per chi, scampato alle Parche, avesse riportato la palma della vittoria.

"Ecco Chelidone, l'asso dell'arena!" escalmò Servilio.

"Là, in mezzo ai reziari: guarda come li domina tutti con la sua statura!"

Aurelio Stazio dette un'occhiata distratta alla massa di carne che torreggiava sotto la tribuna: Chelidone, "rondinella", che nome ridicolo addosso a quella macchina per uccidere!

Un grido della folla lo riscosse: erano entrati tre lottatori biondi e imponenti, coi capelli disciolti sulle spalle poderose. li guardò meglio: i corpi atletici, sommariamente ricoperti da una tunichetta corta, avevano qualcosa di strano, un gonfiore inconsueto nei fasci muscolari del torace, come un vago accenno sgraziato di seno femminile. No, non si stava sbagliando: i vigorosi gladiatori britanni erano indubbiamente delle donne!

La più alta delle atlete alzò in quel momento il capo davanti al divino Cesare e dalla chioma stopposa emerse un viso rubizzo in cui spiccavano due occhietti rotondi e crudeli. Begli esemplari di armonia muliebre, pensò Aurelio disgustato!

In quel momento la folla tacque. Lo schieramento era ormai completo e i gladiatori già alzavano le loro armi verso la tribuna imperiale.

Dalle gole riarse uscì un sol grido.

"Ave, Caesar, morituri te salutant": "Ave Cesare, quelli che stanno per morire ti salutano!"

***

"Aspetta almeno che combatta Chelidone!" lo supplicava Servilio.

"Senti Tito, mi annoio! Sono ore che mi tocca vedere un solo spettacolo, ripetuto all'infinito: la morte! E poi questo odore di sangue mi nausea!" L'amico non seppe come replicare: il tanfo in effetti aveva già raggiunto da un pezzo anche le gradinate più alte e né i coni d'incenso, né i bastoncini d'ambra che le signore si passavano sotto il naso, riuscivano più a depurare l'aria. "Ci sono ancora le Britanne, e poi arriva il campione. Sarebbe un insulto a Cesare se te ne andassi adesso: sai quanto ha speso per questi giochi!" tentò di convincerlo Servilio.

Rassegnato, Aurelio riprese di malavoglia il suo posto e si decise a guardare.

Morituri te salutant! Ma chi glielo faceva fare, a quei pazzi? Molti non erano nemmeno schiavi, ma professionisti che rinnovavano più volte il contratto con l'arena, per avere il privilegio di rischiare quotidianamente la pelle in cambio di una buona borsa di denaro. Un mestiere come un altro, d'accordo, ma il senatore non poteva impedirsi di provare una forte simpatia per le belve... E non si era neanche a metà, valutò esasperato, accogliendo con sollievo il breve intervallo della gustatio. Mentre gli schiavi passavano coi rinfreschi, Aurelio cercò di consolarsi con la vista delle matrone in abiti succinti, che offrivano uno spettacolo più consono ai suoi gusti.

"Aurelio, caro!" lo salutò una famosa cortigiana "Perchè non vieni più a trovarmi?"

"Mi farò vivo, Cinzia" mentì il patrizio, che non giudicava le prestazioni dell'etera all'altezza dei suoi prezzi esorbitanti.

"Senatore Stazio, me lo avevano detto che non ti intendi di giochi" lo apostrofò un collega della Curia "Ma davvero mi stupisco che un uomo della tua qualità sia tanto privo di spirito sportivo! Sempre col pollice sollevato: fosse per te, bisognerebbe graziarli tutti!"

Questo è troppo, pensò Aurelio: non basta starsene lì buono ad annusare il lezzo del sangue, avrebbe dovuto anche gongolare dall'entusiasmo!

"Ecco che ricomincia: i corni stanno suonando" lo chiamò Servilio "Adesso viene il bello!"

Le chiacchiere vennero rapidamente interrotte da saluti affrettati. Per un attimo, tra lo svolazzare delle toghe, Aurelio captò lo sguardo altero e misterioso della bella Messalina. Il patrizio si inchinò, con un breve sorriso di intesa "Stai tranquilla, divina Augusta, non sarò io a tradire i tuoi segreti!" pensò con sarcasmo.

"Ah, facciamo conquiste in alto loco. Quando lo saprà Pomponia..." commentò Tito Servilio.

Aurelio sobbalzò: la moglie del buon cavaliere era la più informata malalingua dell'Urbe e per nessuna ragione doveva sospettare che qualcosa era intercorso, anche se di sfuggita, tra lui e la spregiudicata Venere imperiale, oggetto preferito dei pettegolezzi delle matrone.

Cercò quindi di sviare in fretta l'attenzione dell'amico, riportandola verso i ludi: "Guarda, hanno contrapposto le amazzoni della Britannia agli etiopi!" disse indicando i corpi neri degli africani che contrastavano violentemente con la bianchezza delle nordiche.

"Già: molto scenografico!" apprezzò il cavaliere, mentre il combattimento aveva inizio.

Una delle virago cedette improvvisamente ed ebbe il collo spezzato da un secco fendente. Anche la seconda giacque presto nella polvere, raggiunta da un colpo di spada. Rimaneva solo la terza, con due avversari ancora in piedi, perché l'ultimo africano era già caduto sotto il suo ferro. Senza esitare, l'amazzone si gettò sul gladiatore meno forte, ingaggiando una lotta accanita, mentre l'altro accorreva in aiuto del compagno.

Fu un attimo: affondata la spada nel torace dell'avversario, la gigantessa la estrasse con rapidità fulminea e si volse come una furia verso l'etiope superstite. Il povero africano, già lanciato nella corsa, vedendosi venire addosso quella Erinni, non resitette: gettato il gladio nella polvere, prese a scappare per tutta l'arena, inseguito dalla donna urlante.

"Arduina, Arduina!" plaudiva il pubblico e col pollice verso chiedeva la giusta pena per il vile. "Iugula!" urlava la folla "Sgozzalo!"

La vincitrice non se lo fece dire due volte.

Già gli schiavi libitinarii, in abito da Caronte, portavano via i cadaveri e rimestavano la sabbia per cancellare le tracce dei caduti.

In quella, un grido unanime segnò l'ingresso di Chelidone. Il reziario entrò in trionfo, brandendo il tridente, mentre il disgraziato destinato ad affrontarlo attendeva a testa bassa un destino già segnato: il grande campione era imbattuto e nessuno mai dei suoi avversari era uscito vivo dall'arena. La lotta cominciò, impari: poco aveva da opporre all'asso dei giochi lo sconosciuto col suo misero gladio. In men che non si dica il poveretto fu avviluppato nella rete e il tremendo reziario avanzò verso di lui.

Lo sconfitto, il viso nella polvere, chiuse gli occhi. Vide avanzare i calzari infangati di sangue e sabbia e le punte minacciose del tridente gli oscurarono per un attimo l'ultimo sole.

Allora chinò il capo, rassegnato. Un boato assordante segnò la sua fine.

Poi aprì un occhio. Qualcosa non andava: era ancora vivo.

Sollevò la testa, cautamente. A pochi pollici dal suo naso i calzari di Chelidone erano immobili nella polvere, ritti sul tallone.

Dietro i calzari, le gambe e Chelidone, riverso sulla sabbia col tridente ancora in mano. Morto.

 

《壯士赴死》

(意)達妮拉•科瑪斯特裏•蒙塔納裏

于雪風 

 

 

第一章

(西元45531日)

在皇帝寶座後方的包廂裏,元老普布裏奧•奧萊留•斯塔齊奧端坐在塞爾維裏奧的身邊。

  塔烏羅圓形劇場裏已是人山人海,但仍不斷有觀眾向入口的寬闊走廊裏涌過來。當日的比賽一定會不比尋常的精彩,一定會讓人難以忘懷。克勞迪奧是位競技表演的狂熱愛好者,他不惜斥重金讓羅馬人看到一場迄今為止最為精彩的鬥獸表演。劇場上方支起了巨大的頂篷,為觀眾們遮擋住炎炎烈日。舞台中心搭建了一座假山,模擬熱帶森林的一角,野獸將從這座"山"裏被趕出來。周圍是一片沙地,獲勝者將在這片沙地上得意的踱步,失敗者在這裡血濺沙場。

此時,提都•塞爾維裏奧興奮異常,向他的朋友斯塔齊奧留指點著舞臺布景的機關,對即將到來的大戲無比期待。斯塔齊奧注視著舞臺上的一切,有點好奇,又有點厭惡。他不喜歡殺戮,儘管它被裝典的聲勢浩大,甚為壯觀。他根本不想來看這所謂的比賽,只是因為考慮到這是個社會活動,他不應缺席,所以才來到這裡,而在平常情況下他是不會來的。

所有人都在關注舞臺上那血淋淋的廝殺場面,而斯塔齊奧去不想看,於是他的目光遊走在人群之間,最終停留在皇帝寶座那裏。那個已經長大成熟的克勞邊奧,身披名貴的大紅袍,正全神貫注地與身邊幾位諂媚的下屬下重金打賭誰將是贏家。在他身邊,在錦緞華蓋之下,瓦萊裏•婭梅薩麗娜皇后坐在那裏與人閒聊。斯塔齊奧一眼望去的是百官們的後腦,其間隱約能見皇后那烏黑的頭髮如瀑布般傾瀉而下,和一個如同東方娃娃般姣小的身影。

"來了,來了。"塞爾維裏奧拉著他的衣袖,指著角鬥士們入場的鐵柵欄口説道。這時人群也開始騷動起來。

   第一組角鬥士穿著豹皮,從貴賓席前走過,身後跟著戰車,車上放著一種圓形的、不大的盾牌,這裡他們唯一的防護武器。角鬥士們站在閃閃發光的馬車上,出現在人們的面前。他們一個個身形魁梧,身上還抹了油。

   面對著這眾多的堅實臂膀,貴婦人們輕輕嘆氣,似在允諾,這些逃離死亡的角鬥士們,如果能打贏比賽,就能身獲自由。

"看,卡利多內,他是這個舞臺上最棒的。"塞爾維裏奧叫了起來。"在那兒,在那兒,在那幾個角鬥士之間。看哪,光是身材他就把其他人都比下去了。"

斯塔齊奧漫不經心地看了看台下方那群渾身是肉的鬥士們,卡利多內,用"小燕子"來稱呼一個殺戮機器是多麼可笑啊!

 觀眾們的歡呼聲讓他為之一震,這時進來三個身材無比鍵碩的鬥士,金色的頭髮散披在寬闊的肩膀上。他又仔細地看了看,他們有著運動健將的身材,身著短衣,但有一些地方顯得很奇怪:他們胸部有處隆起,就像是婦女的乳房。不,他沒有看錯,這些布立吞的角鬥士們正是女人。

此時,她們當中最高的鬥士昂起頭,朝向凱撒行禮,金黃色的頭髮裏露出一張健康的臉龐,她的圓圓的眼透露出冷酷的光芒。這真是女性和諧的典範啊!斯塔齊奧想到這,心裏十分不悅。

此時觀眾開始安靜下來。所有佈置已經完畢,角鬥士們朝向皇帝寶座揚起了手中的武器。

他們用嘶啞的聲音喊道:"偉大的凱撒陛下,身將赴死的鬥士向您致敬!"

 

***

 "等等吧,你至少等卡利多內比完啊!"塞爾維裏奧央求著。

"你聽著,提都,我煩了。就這麼個表演,一遍又一遍的,我已看了幾個小時了,沒別的東西,就是死亡。這裡的血腥味讓我噁心。"提都不知該如何回應了,的確,那腥臭味早已四處瀰漫,即便是站在最高的臺階處也能聞到,熏香的牛角和婦女們放在鼻下的龍涎香棒再也蓋不住這濃烈的腥味。"還有布立吞女鬥士沒比,然後就到了冠軍賽了。如果你現在走了,那麼對凱撒來説是很沒面子的事。你要知道他為這場比賽花了無數的銀子。"塞爾維裏奧試圖留住他。斯塔齊奧留被説服了,不情願地回到座位上,繼續看著比賽。

  身將赴死的鬥士向您致敬!是誰讓那些瘋子這麼幹的呢?他們中很多人並不是奴隸,他們是一些職業角鬥士,與比賽的主辦者簽定合同,用身家性命做賭注,以此換取賞銀。與其他各種職業一樣,這也只不過是一種職業罷了。但儘管如此,斯塔齊奧對這些角鬥士還是禁不住産生了深深的同情。他琢磨著,這比賽真長,演到現在還沒到一半呢。正想著,到了中場休息的時候,他這才松了口氣。當奴隸們端著水杯走過的時候,斯塔齊奧把目光移向了那些著裝暴露的貴婦人身上,他更喜歡這些。

"奧萊留,你好!"一位名妓向他打招呼,"你怎麼不下來找我?""青齊婭,我會找你的。"他覺得她的要價總是太高,便如此敷衍著。

朝廷裏的一位同事説:"斯塔齊奧先生,我聽説你不喜歡比賽。我很詫異,象你這樣一位傑出人士怎麼會缺乏競技精神呢?你總是如此善良,要讓所有的鬥士都免於一死,如果由你決定,你肯定會將把他們全部都赦免了。"

斯塔齊奧想,光是好好地待在那裏,聞著那刺鼻的血腥味還不夠,還要讓人表現出狂喜的樣子,這也太過了吧。

"下半場開始了,號角已經吹響。"塞爾維裏奧叫了他一聲,説"最好看的時候到了。"

閒聊被匆匆忙忙的問候打斷了。突然間,在長袍飄飄中,斯塔齊奧看到了美麗的皇后那傲慢又有點神秘的目光。斯塔齊奧頷首致意,微微一笑,似乎在説"別擔心,尊敬的皇后陛下,我不會洩露您的秘密。"

提都市塞爾維裏奧説:"啊,我們能狠狠贏一把了,要是我老婆龐波尼婭知道了…"

斯塔齊奧嚇了一跳,提都的夫人是城裏消息最靈通的長舌婦,他與皇后之間的秘密決不能讓她知道一絲一毫,這些貴婦人們就喜歡把皇后的事拿來説三道四。

他想讓提都的注意力轉移到角鬥士上來,於是指著膚色黝黑的非洲女鬥士及北歐白種鬥士説:"你看,不列顛的女鬥士們和埃塞俄比亞已擺好陣式了。"

"是啊,真好看!"提都讚道,這時比賽開始了。

一位女鬥士突然一下子倒在地上,原來是她的脖子被砍斷了。第二位很快也被一劍刺倒在地。只剩下第三個人了,她的兩個對手站在面前,而最後一個非洲鬥士也已倒在利器之下。只見這人毫不猶豫地撲向其中一位身形稍弱小的對手,開始了你死我活的廝殺,而另一位同夥立刻跑過來救援。

説時遲,那時快,一把利劍已插入對手的胸口,獲勝者以迅雷不及掩耳之勢將劍拔了出來,殺氣衝衝地奔向倖存的埃塞俄比亞鬥士。那個可憐的非洲人,看到對手衝著自己殺來,立刻丟下武器,嚇得四處逃跑,獲勝者在後面咆哮著狂追。

觀眾們將大拇指朝下,並大聲喊著:"殺死懦夫!殺死懦夫!"頃刻間,懦夫便命喪黃泉。

這時一群奴隸很快跑上舞臺,抬走屍體,並用沙子掩埋地上的血跡。

突然鬥獸場內眾人齊聲歡呼,原來是凱利多內入場了。他指高氣揚地走了進來,手裏揮動著三齒叉,而他的對手則低垂著腦袋,似乎知道命喪黃泉已是不可避免,因為凱利多內是不可戰勝的,他的對手沒有一人活著走出賽場。比鬥開始了,這是一場力量懸殊的較量。這位不知名的選手拿著一把短劍,而瞬間凱利多內就用繩索將之纏住,並奔了過來。

戰敗者倒在地上,臉埋在灰土裏,絕望地閉上了眼睛。他看見對手那雙沾滿了血與沙的鞋,尖銳的三齒叉擋住了他人生的最後一縷陽光。

他低下頭,萬念俱灰。周圍響起震耳欲聾的聲音,死已離他不遠了。

也不知過了多久,他睜開一隻眼睛,覺得有什麼不對勁,他還活著。他小心翼翼地抬起頭,在離他咫尺處,他看見凱利多內的戰鞋立在那裏,一動不動。

在鞋子後面,他看到了凱利多內的大腿,看到了他的身體,凱利多手中緊握三齒叉,一動不動地趴在沙土裏,死了。

 

 

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