I GIUDICI INVESTIGATORI
  2009-10-01 15:41:51  cri
Danila Comastri Montanari

Il giallo del mandarino (ovvero: il giallo è nato in Cina)

I GIUDICI INVESTIGATORI

La scena si apre sull'aula di un tribunale, mentre si sta svolgendo un processo per omicidio. L'implacabile accusatore, confusi i testimoni reticenti, ricostruisce il delitto nei minimi particolari, inchioda il colpevole con prove irrefutabili, lo costringe a confessare schiacciandolo con la logica delle sue sottili argomentazioni. La verità trionfa e il reo si avvia all'inevitabile punizione. Stiamo forse leggendo un romanzo di Perry Mason, ambientato nella Los Angeles del nostro secolo? No, l'episodio si svolge settecento anni fa, e il titolo del libro è perlomeno singolare: "Casi paralleli sotto l'albero del pero": è una raccolta cinese di casi giudiziari del XIII secolo, una delle tante che appassionarono i lettori del Celeste Impero molti secoli prima che Conan Doyle creasse il suo famoso Sherlock Holmes. La letteratura dell'antica Cina ne abbonda: si va dai manuali di criminologia alle cronache dei processi più celebri, fino alle antologie di detection e ai veri e propri romanzi polizieschi. Ma chi è l'eroe, l'investigatore che risolve invariabilmente il mistero, assicurando con la sua sagacia l'assassino alla giustizia? E 'il magistrato di distretto: giudice, amministratore, prefetto, capo della polizia, assomma in sé tutti i poteri: i portoghesi, forse mutuando il termine da verbo "mandar", comandare, lo chiamarono "mandarino".

Mandarini non si nasce, si diventa: chiunque, anche di umilissime origini può aspirarvi, se possiede le doti necessarie. A nulla valgono la nobiltà, la potenza della famiglia, il peso del denaro; c'è un unico mezzo per assurgere all'altissima dignità di funzionario: il pubblico concorso per esami. Non pensate però che essi vertano sulla scienza dell'amministrazione, sul diritto o sull'economia. La materia è una sola, la letteratura classica, e va imparata a perfezione. Chi possiede appieno la conoscenza dei grandi autori del passato, in particolare delle opere confuciane, è in grado di affrontare qualunque problema, dalla necessità di approntare canali di irrigazione alla riscossione delle tasse, dalla registrazione di nascite e matrimoni al mantenimento dell'ordine pubblico, dalla difesa della città all'indagine sui delitti più efferati. Così, a governare l'impero e ad amministrare la giustizia, sono esclusivamente gli intellettuali: filosofi, poeti, narratori, raffinati cultori di metrica, pittori di vaglia, esperti calligrafi. E il sistema, incredibilmente, funziona.

Residenza del mandarino è il tribunale, sito nel centro della città, ad equa distanza tra la Torre del Tamburo e quella della Campana, non lontano dall'onnipresente tempio di Confucio. Lì, tre volte al giorno, all'alba, a mezzogiorno e all'imbrunire, il magistrato esamina i casi propostigli. Chiunque, in qualunque momento, può suonare il grande gong appeso a un traliccio di legno sul portone di ingresso, accanto ai quartieri di guardia, e chiedere che sia fatta giustizia. Nell'aula, durante i processi, sia il querelante sia l' accusato rimangono inginocchiati a terra sulla nuda pietra, per tutta la durata della seduta, in segno di deferenza verso la corte. Il funzionario siede in cattedra, su un alto scranno, davanti a un arazzo che rappresenta l'unicorno, antico simbolo della perspicacia. Sulla sua cattedra, pochi oggetti significativi: due pennelli, la pietra per l'inchiostro, il barattolo delle bacchette di bambù, che, all'occorrenza, il giudice butta a terra davanti al banco, per stabilire il numero delle frustate impartite al colpevole. A destra e a sinistra del magistrato, dietro ai loro tavoli, gli archivisti e gli scrivani riducono con incredibile destrezza a pochi e precisi ideogrammi le deposizioni dei testi, tramandandoci nei minimi particolari quelle fosche vicende di frodi e delitti che costituiscono la fonte primaria e inesauribile del racconto poliziesco cinese: tutti gli interrogatori, infatti, anche quelli dell'inchiesta preliminare, si svolgono in aula, alla presenza del pubblico. Per investigare l'inquisitore dispone della competenza di un valido medico legale, e di un buon numero di assistenti personali, che si porta con sè in tutti i suoi spostamenti da un distretto all'altro; di promozione in promozione, questi fidi lo accompagnano lungo tutta la sua carriera. Si tratta spesso di "fratelli dei boschi verdi", cioè di ex-banditi, esperti nel pugilato e nella lotta a mani nude, in quanto, come secoli dopo i loro colleghi di Scotland Yard, non sono autorizzati a far uso di armi. Ma questi aiutanti non sono che semplici esecutori di ordini, a cui il giudice si affida per portare a termine i compiti di secondaria importanza. Chi svolge le indagini vere e proprie è solo lui, il mandarino; per compiere appieno il suo dovere, l'alto magistrato spesso non disdegna nemmeno di recarsi di persona sul luogo del delitto, naturalmente travestito e in incognito, al fine di evitare la pompa con la quale, secondo le regole dell'etichetta, è tenuto a presentarsi in pubblico. Il giudice non è legato da molte pastoie burocratiche e ha mano libera con gli inquisiti, che non godono del patrocinio di un avvocato, né di alcun "diritto costituzionale": può farli arrestare senza prove, ordinare che siano frustati in aula, privarli della libertà in qualunque momento, interrogarli anche sotto tortura ( ma, se l'imputato dovesse riportarne seri danni, il giudice sarebbe chiamato a renderne conto anche con la vita...) Raramente però il mandarino fa uso di questi sistemi: di norma basta la sua lucida intelligenza, sorretta dallo studio dei classici confuciani, per farlo arrivare alla brillante soluzione del caso. E il colpevole - necessariamente reo confesso, poiché nessuno può essere condannato se non ha ammesso il delitto - si avvia al supplizio, che ha da esser pubblico e particolarmente atroce, in modo che funga da monito ed esempio: ogni giallo cinese finisce con una esecuzione capitale, descritta nei minimi particolari per soddisfare l'esigenza di giustizia dei lettori.

I giudici più famosi, particolarmente versati nella detection, svolgevano la loro attività in svariate province, spostandosi continuamente: un magistrato di distretto non poteva infatti rimaneva in carica nella stessa località per più di tre anni, onde evitare che si creassero in loco amicizie e interessi che avrebbero potuto interferire coi suoi doveri.Non di rado, questi investigatori assursero in seguito alle vette più alte del potere, fino a coprire le prestigiose cariche di ministri e consiglieri imperiali. Nulla di strano, invero: anche oggi, negli Stati Uniti, un buon successo da Procuratore Distrettuale nella lotta contro la delinquenza, è un ottimo trampolino di lancio nella carriera politica.

Di questi abili magistrati, tre in particolare, giunsero a una tale notorietà da diventare i protagonisti di raccolte poliziesche tramandate per secoli: il giudice Pao, il giudice Li e Ti Jen-chieh, meglio noto come "l'onorevole giudice Dee". Quest'ultimo è entrato persino nella letteratura europea, come personaggio principale di una fortunata serie di gialli di Robert van Gulik, il diplomatico olandese, ambasciatore dei Paesi Bassi in Cina, che deve essere considerato, insieme all'americano Vincent Starret, il vero scopritore del mystery orientale. Fine sinologo, tradusse e curò la pubblicazione di alcune cronache giudiziarie del Medioevo, nonchè un romanzo del diciottesimo secolo avente come protagonista appunto il leggendario Dee. In seguito, rielaborando gli annali della dinastia Tang e gli testi antichi di criminologia, ne trasse storie poliziesche originali destinate al pubblico europeo, ma elaborate sullo stile di quelle cinesi classiche. Il giallo cinese, infatti, presenta alcune peculiarità che lo differenziano dal genere a cui è abituato il pubblico occidentale. Prima di tutto, nella stragrande maggioranza dei casi,il colpevole viene reso noto fin dall'inizio: è l'acume del magistrato nel districare la complessa vicenda criminosa, non la scoperta dell'assassino, a costituire l'oggetto del romanzo, in questo senso simile più alle inchieste del tenente Colombo che a quelle di Poirot o di Maigret.

Il mandarino, ovviamente, batte tutti in astuzia ed ingegno. Così Dee, in un famoso racconto, risolve un omicidio sulla base dell'osservazione di un dipinto raffigurante un gatto: le pupille contratte dell'animale, dipinto dalla vittima subito prima della morte, gli svelano che il delitto è stato commesso in pieno giorno, anziché di sera, come vuol far credere l'assassino. Li Hui, in un'altra cronaca, ordina agli agenti allibiti di interrogare con la tortura la pelle d'agnello che è oggetto di una contesa tra un portatore di legno e uno di sale. Il tappeto, sotto i colpi della frusta, lascia cadere alcuni granelli di sale, e rivela il legittimo proprietario. Vi è solo un'altra importante differenza, che distingue il giallo orientale da quello europeo e americano: il giudice del Celeste Impero non ha mai a che vedere con un solo caso alla volta, ma con due o tre enigmi diversi, talvolta collegati tra loro, ma più spesso completamente indipendenti. Il realismo cinese non avrebbe mai ammesso che un importante funzionario, incaricato di governare un'intera provincia, si trovasse alle prese con un solo reato nel corso delle sue funzioni: quindi gli omicidi si mescolano spesso ai furti, alle truffe, ai rapimenti, alle scomparse misteriose. Infine, come in ogni romanzo classico cinese, vi è, in questi nei polizieschi, un grandissimo numero di personaggi, davanti al quale il lettore occidentale, abituato a una rosa limitata di sospetti, rimane sconcertato.

Molte di più sono però le analogie, che ci permettono di ascrivere a pieno titolo questi racconti al genere giallo: il gusto di svelare un mistero, l'abile ricostruzione del processo di detection, la serialità dei personaggi: il protagonista, quasi sempre realmente esistito, viene trasfigurato dall'opera letteraria in una specie di stereotipo e cristalizzato in atteggiamenti fissi, non dissimilmente da ciò che accade nelle serie più famose di Erle Stanley Gardner o Agatha Christie. Anche la "spalla" dell'investigatore, il dottor Watson della situazione, è caratterizzato in modo deciso: si tratta in genere di un assistente nerboruto, rapido di riflessi ma corto di comprendonio, a cui il giudice deve spiegare per filo e per segno la risoluzione del caso ( e chi non ricorda i vari Drake, Goodwin, Markham?) Non mancano poi le tipologie di personaggi quasi obbligati: la fanciulla perseguitata, il funzionario corrotto, lo studente povero ma onesto, il libertino approfittatore, la moglie fedifraga, la giovane costretta a vendersi a una casa di prostituzione per sfamare la famiglia. A volte, però il racconto ci riserva delle sorprese inaspettate, come la presenza di una investigatrice femmina: è il caso della nella "Novella delle quindici stringhe", in cui la giovane moglie dell'accusato scopre l'assassino di un mercante, barbaramente ucciso per impossessarsi di parecchie monete forate nel mezzo, e riunite appunto in quindici filze. L'eroina ottiene dal magistrato l'assoluzione del marito, salvandolo dal patibolo.

LE ARMI DEL DELITTO

Ma, ben più dei protagonisti, ciò che colpisce nei romanzi cinesi di detection, è la varietà fantasiosa delle armi del delitto, davanti ai quali i meccanismi più complessi svelati dai nostri Philo Vance e Nero Wolfe appaiono quasi grigi e banali: amante delle stranezze e delle eccentricità, il vasto pubblico del Celeste Impero non avrebbe accettato di buon grado un semplice, brutale assassinio a colpi di randello. Gli strumenti di morte dovevano invece essere raffinati ed insoliti. Eccone una breve panoramica.

Il chiodo nell'occipite: è descritto nel caso numero 16 della la raccolta di criminologia già citata (T'ang-yin-pi-shih), e ne è attribuita la soluzione a Yeh Tsun, giudice dei primi secoli della nostra era. Viene ritrovato un corpo, senza alcun apparente segno di violenza. Il mandarino, la cui attenzione è stata risvegliata da uno sciame di mosche posate sul cranio del morto, sottopone il cadavere a un esame approfondito, scoprendo, infisso nell'osso, un lungo e sottilissimo chiodo, piantato nottetempo nella testa della vittima addormentata dalla consorte infedele. Il caso, in una versione più tarda, fu ripreso da Van Gulik nel suo romanzo "I delitti del chiodo cinese": qui, una moglie uxoricida in preda ai rimorsi, rivela al giudice Dee in che modo uccise anni prima il marito e gli permette di scoprire la colpevole di un nuovo, inspiegabile delitto. Da grande ammiratrice dei gialli cinesi quale sono, non resistetti a inserire cenni su un delitto col chiodo nell'occipite anche nel mio romanzo "Cave canem", (Hobby & Work) ambientato in Campania nel I secolo dopo Cristo)

Una variante di questo metodo è costituita dal chiodo nell'orecchio: ne "Gli strani casi del giudice Li", ad esempio, il mandarino discolpa una vedova calunniata, dimostrando come lo spillone letale sia stato infisso nel cranio dopo la morte della vittima.

La vipera assassina, compare nell'ennesimo caso risolto dal celeberrimo Jen Chieh: una sposa muore avvelenata alla soglia delle nozze, mentre, sola in cucina, beve una tazza di the.L'arma è una vipera: l'assassino l'ha celata sulla trave che sovrasta il focolare, in modo che,infastidita dal vapore dell'acqua in ebollizione,lasci cadere il suo veleno mortale nella teiera.

Il pennello mortale: è un'arma "differita" che uccide a distanza: scaldata ad una lampada, o a una candela, emette un proiettile letale, mediante una molla trattenuta dalla cera sciolta alla fiamma. Occorre ricordare che la calligrafia era ritenuta un'arte di primaria importanza: gli ideogrammi venivano tracciati sul foglio ad inchiostro di china, con grandissima cura, come veri e propri disegni. Si rendeva quindi necessario, inaugurando un nuovo pennello, bruciarne le setole irregolari,per evitare che causassero antiestetiche sbavature sulla pagina: ecco quindi la necessità della fontedi calore che mette in modo il meccanismo mortale. La vittima viene ritrovata nello studio, chiuso ermeticamente dall'interno, e solo la lungimiranza del mandarino permette di assicurare il colpevole alla giustizia. E' il primo esempio nella letteratura di "delitto della camera chiusa", un motivo sul quale si cimenteranno tutti i grandi autori di polizieschi occidentali, tra cui Van Dine, Agatha Cristhie e John Dickson Carr. La sottoscritta ha ripreso il meccanismo del pennello mortale, trasformato per l'occasione in una pipa indiana, nel racconto "Il dono di Giuda" (pubblicato nell'antologia "History & Mystery" della Piemme) , che si svolge a Roma nel XVI secolo.

Le pagine avvelenate: l'invenzione del pennello mortale viene attribuita proprio a Yen Shi-fan, il perfido traditore di cui, secondo la leggenda, si vendica l'autore del Chin P'ing Mei, (Fiore di prugno in un vaso d'oro), l'antico romanzo erotico considerato oggi il capolavoro della narrativa cinese. Anche questa vendetta ha tutto il sapore del giallo: il giovane Wang, il cui padre è stato ingiustamente fatto condannare a morte dalla famiglia di Yen, non ha modo di raggiungere il potente avversario per fargli scontare le sue colpe. Allora si risolve a descrivere, in un lunghissimo e affascinante romanzo, tutte le perversioni del suo lussurioso nemico, adombrandolo sotto le spoglie del protagonista Hsi-Mei. Terminato lo scritto, gli invia il testo, dopo averne preventivamente strofinato le pagine sottili con un veleno letale. Il perfido Yen legge, umettandosi le dita e, quando giunge alla fine della storia, muore. Una leggenda posteriore vuole invece che la vittima si accorga della sua prossima fine, ma, pur di terminare lo stupendo romanzo, accetti di pagare con la vita il piacere di leggerlo. A chi non viene in mente Jorge da Burgos ne "Il nome della Rosa"?

Il gatto feroce: l'episodio è narrato nello stesso Chin P'ing Mei. Loto d'Oro, quinta moglie e favorita del corrotto Hsi-Mei , perde l'affetto del suo signore quando un'altra sposa gli partorisce un figlio. La donna non si rassegna e, già avvezza al delitto - ha soffocato nel sonno il primo marito -addestra un grosso gatto bianco, "Palla di Neve", ad aprire con le unghie un panno scarlatto, per cercarvi dei pezzetti di carne cruda. Approfittando di un attimo di disattenzione della balia, la malvagia favorita manda il felino al di là del muro che separa il suo padiglione da quello della rivale e attende in silenzio che l'animale attacchi il neonato avvolto nella vestina rossa. Il bambino, dilaniato dagli artigli, cade in convulsioni e muore, mentre la terribile Loto d'Oro riconcquista il favore del marito.

Come si è detto le inchieste del giudice Dee furono celebrate in Occidente dall'olandese Robert Van Gulik con una serie di romanzi nei quali, dopo un esordio basato essenzialmente sui classici, il personaggio si evolve fino a vivere avventure di pura fantasia. Ma non è tutto: è il fascino del celebre mandarino è tale da farlo sopravvivere al suo stesso autore: di recente, a quasi quarant'anni dalla morte di Van Gulik, è stato infatti ripreso dallo scrittore Frédéric Normand – già autore di romanzi storici sulla rivoluzione francese – col nome di "juge Ti" in una serie che promette di valicare presto i confini della Francia.

Il mandarino Dee, o Ti che dir si voglia, non però l'unico funzionario delle Cina imperiale a comparire nella storia del poliziesco. Alla fine dell'Ottocento troviamo infatti un romanzo molto bello, di penna certamente cinese, attribuito a di Xihong , pseudonimo di un autore mai identificato. "Gli strani casi del giudice Li" riporta le inchieste - probabilmente di fantasia - di un magistrato scrupoloso e animato da grandi ambizioni, che visse sotto l'ultima grande imperatrice Ci-Xi (conosciuta anche come Tz'u-hsi, Dowager o Yehonala) servendola come ministro e fu un fermo oppositore delle potenze occidentali durante la rivolta dei Boxers. Perdute due impari battaglie contro gli europei, il giudice Li Bengheng pagò con la vita la fedeltà assoluta al Trono del Drago, preferendo il suicidio al disonore di presentarsi da sconfitto davanti alla sua sovrana. Quest'ultima fu poi costretta suo malgrado dai vincitori a rinnegare il fedele ministro, privandolo post mortem di tutti i titoli e le cariche onorifiche. Si suppone che a narrarne le vicende nel libro citato, possa essere stato il segretario del funzionario stesso, desideroso di operarne la riabilitazione dopo la condanna postuma.

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Questi i classici. E orai? Da tre decenni ormai si nota in Cina un forte risveglio di interesse per il "giallo". Il primissimo risultato tradotto in occidente, negli anni ottanta, a dire il vero peccava un po' di ingenuità: il probo Jin Ming (dovuto alla fertile penna di Ye Yonglie) devotissimo alla patria e ai suoi ideali, lottava con astuzia e accanimento contro gli agenti di varie multinazionali determinate ad appropriarsi delle scoperte scientifiche del laborioso popolo cinese; scoperto tuttavia il colpevole, Jin non aveva bisogno di molte prove, perché i criminali colti in fallo, sopraffatti dalla vergogna, si affrettavano seduta stante a confessare. Gli smaliziati lettori europei occidentali sorrisero, ma i veri appassionati di "gialli", memori delle sottili astuzie dei vecchi mandarini, si misero ad aspettare fiduciosi il domani.

Domani che è già oggi: purtroppo l'editoria occidentale è avara di traduzioni dalla lingua mandarina, cosicché molti lettori devono accontentarsi di leggere le inchieste "cinesi" nei libri di i scrittori che cinesi non sono affatto, o se lo sono, non vivono in Cina, come ad esempio Qiu Xiaolong - l'apprezzatissimo autore dei polizieschi dell'ispettore Chen - nato a Shanghai ma residente ora a Saint-Louis. Ma perché non essere fiduciosi nella buona sorte? Chissà che non sia proprio questo convegno ad offrirci presto l'opportunità d rimediare alla penosa lacuna….

CHI ERANO VERAMENTE I GIUDICI INVESTIGATORI ?

GIUDICE DEE = si tratta di TI JEN-CHIEH, nato nel 630 a.C., anno della Tigre, sotto l'influsso del pianee Venere: Dopo una brillante carriera, divenne infine Ministro della Corte Imperiale. Come tale riuscì a impedire all'imperatrice Wu di nominare erede un suo favorito al posto del legittimo pretendente: l'episodio è ricordato anche da Lin Yutang nel suo romanzo "Madame Wu". A lui si è ispirato Robert van Gulik, per creare il protagonista della sua famosa serie di "gialli storici".

GIUDICE PAO = è PAO CH'ENG, famoso uomo di stato del periodo Sung, nato nel 999 d.C e morto nel 1062. Nel sedicesimo secolo, durante la dinastia Ming si trascrissero i casi da lui risolti in una fantasiosa antologia, il Lung-t'u-kung-an, nella quale si vede spesso il magistrato approfittare delle superstizioni popolari travestendo i suoi agenti da spettri delle vittime, per indurre i colpevoli a confessare.

GIUDICE LI = LI BENGHENG è il grande mandarino del secolo scorso che compare nel romanzo "Gli strani casi del giudice Li", di Xihong, funzionario imperiale dell'imperatrice Ci-Xi (Tz'u-hsi) durante la rivolta dei Boxers. Su Ci-Xi è stato scritto da Lucien Bodard il controverso romanzo: "La valle delle rose", edito in Italia dalla Rizzoli.

LE RACCOLTE DI CASI POLIZIESCHI CINESI

T'ang-yin-pi-shih = Casi paralleli sotto l'albero del pero , Leiden 1956. Raccolta cinese di giurisprudenza, criminologia e investigazione del tredicesimo secolo, tradotta da Van Gulik. Vi è descritto il delitto del chiodo.

Ku-chin-ch'i-an-wei-pien = Casi curiosi dei tempi antichi e moderni: vi attinge van Gulik per il suicidio di un personaggio ne"Il paravento di lacca". Ne esiste un estratto, sotto il titolo Wu-sha-ch'i- an Curiosi casi di omicidio per errore.

Ching-jen-chi-an = Casi curiosi che turbarono il mondo: raccolta di casi polizieschi pubblicata nel 1920 a Shanghai da Wang Yih, che ristampò una serie di racconti traendoli da libri più antichi, senza però menzionarne le fonti. Contiene il caso della sposa scomparsa.

Lung-t'u-kung-an = O Pao- Kung- an, raccolta di racconti polizieschi del sedicesimo secolo aventi come protagonista il giudice Pao.

Chiu-ming-ch'i-yuan = La strana faida dei nove assassini, romanzo basato su una vera strage di nove persone che ebbe luogo a Canton nel 1725.

Wu-tse-t'ien-szu-ta-ch'i-an = romanzo poliziesco del diciottesimo secolo, tradotto da Van Gulik col titolo Dee Goong An (Tokio 1949) Vi si cita il delitto della vipera assassina.

Xihong , Ligong qiwen, romanzo giallo di fine ottocento, traduzione italiana:. Gli strani casi del giudice Li, Sellerio 1992

I molti romanzi di Robert van Gulik sul giudice Dee sono stati editi in Italia dalla Garzanti e dalla Mondatori, mentre quelli di Frédéric Lenormand escono in Francia nella Fayard.

Il Chin P'ing Mei è pubblicato in Italia dalla Feltrinelli.

il romanzo di Ye Yonglie L'ombra delle spie sull'isola di Giada Verde, uscì presso Luigi Reverdito Editore.

I romanzi di Qiu Xiaolong ("La misteriosa morte della compagna Guam", "Visto per Shanghai", "Quando il rosso è nero", "Sorci rossi" sono editi in Italia dalla Marsilio.

Peter May pubblica una serie che vede la collaborazione del detective di Pechino Lin Yan con la patologa americana Margaret Cambell : due romanzi sono usciti in Italia nella Piemme.

 

中國的偵探小説

(意)達妮拉·科瑪斯特裏·蒙塔納裏

于雪風 

 

審判官

法庭正在審理一樁謀殺案。檢方激烈陳辭,證人言猶未盡,案情的所有細節被一點點還原出來。在確鑿的證據面前,犯罪分子毫無抵賴的餘地,只好坦白交待。最終正義獲勝,罪犯將受到了應有的懲罰。

看到這樣的場景,有人或許認為這是美國作家PERRY MASON的筆下的偵探小説,故事發生地點是洛山磯。其實不是,這些是發生在整整700年多前的中國的案件。這部書有一個很別致的名字---《梨樹奇案》,收錄了西元十四世紀的破案故事,深受當時的中國讀者的喜愛,它比後來的柯南·道爾創作的《夏洛克·福爾摩斯》要早好幾個世紀。中國古代偵探小説創作數量非常之多,從案情記錄的小手抄本到歷史著名大案彙編,再到偵探選集,以及林林總總的破案小説。在這些以偵探為主題的文學作品裏,誰是破解謎底的真正英雄,誰最終將罪犯繩之於法?是斷案的審判官,是掌管一方水土的地方官,總之是是集大權于一身的大大小小的官員。

在古代中國,官不是與生俱來的,而是考出來的。任何人,無論其出身如何,只要他有本事、有學問,都有希望去當官。在出仕為官的問題上,華貴的出身、有權有勢的家族背景或是腰纏萬貫的經濟條件並無太大用處,走向仕途的唯一途徑是科舉考試。這種科舉考試的內容不是管理學,法學或是經濟學,考試的內容只有一個,即中國古典文學。要想在科舉考試中獲得成功,就必須花功夫將中國文學學好。誰對中國古代學者的著作了解的多,尤其是孔孟之道,他就能夠應付一切事情,從開鑿運河、灌溉土地到管理稅收,從出生和婚姻登記到社會治安的維護,從城市的防衛到案件的偵破,如此等等。因此,統治國家和掌管司法的只能是文化人,他們中有哲學家、詩人、小説家,畫家、書法家等等。在古代中國,這種體制極為行之有效。

當官的待的地方叫衙門,衙門位於市中心,在城市的鐘樓和鼓樓的中央,並且離孔廟不遠。在這裡,每天的清晨、正午和黃昏,都是當官的審案的時間。任何人在任何時候都可以為自己擊鼓鳴冤。在公堂審案的全部過程中,原告與被告都要下跪,以示對公堂的尊重。審判官端坐在審判臺上,身後挂著一幅獨角獸的挂毯,象徵著公正。案臺上擺放著幾樣東西:筆、硯臺、竹籤。需要的時候,審判官向地上扔出幾根竹籤,就表示要犯罪嫌疑人要被杖責幾下。審判官左右兩側有書記員在飛快地做著庭審記錄。多虧了這些翔實的記錄,後人才得以了解從前案子的來龍去脈,它也為中國古代偵探小説提供了第一手的素材。所有的庭審都在公堂之內進行,並且有觀眾在場旁聽。為了調查案件的需要,審判官擁有優秀的法醫,以及相當數量的助手。審判官走到哪,這些助手就跟到哪。這些審判官的心腹在他們的職業生涯中會時不時得到升遷,但會一直伴隨在審判官的左右。其實他們常常被稱作"綠林好漢",他們有著矯健的身手,功夫了得。如同幾個世紀後的蘇格蘭場一樣,他們只能夠徒手打鬥,不能使用任何武器。審判官對這些助手樣十分信任,但他們也只不過是執行主人的命令,在案件調查過程中做一些不太重要的工作,而真真正正從事調查取證的只有審判官本人。為了圓滿完成任務,避免平時出行時的興師動眾,審判官常常要放下身段,脫下官袍,換上微服,親赴案發現場查看。在審案時,他不受條條框框的限制,有著比較大的自主。犯罪嫌疑人沒有辯護律師,不享受任何權利保護。在沒有證據的情況下,審判官照樣可以下令將嫌疑人逮捕,或是在堂上施施杖刑。在任何時候都審判官都可以剝奪犯罪嫌疑人的自由,並對其用刑。但審判官很少這樣做,通常,單憑他的智慧便足以使整個案件水落石出。犯罪人在認罪之後,將被繩之於法。行刑是公開的,而且非常嚴厲,為的是警告世人。在中國的偵探小説中,對死刑執行場面的描寫非常詳細,這是為了迎合中國讀者伸張正義的心理。

中國歷史上那些最著名的斷案人員都有過在不同的地方省市裏調查破案的經歷。在他們的職業生涯中,他們總是在不停地更換工作地點。實際上,這是中國古代官員任職規定,即每個人擔任地方官的時間不能超過三年,為的是在避免地方上産生利益瓜葛,影響其正常工作。這些斷案人常常得到升遷,有的甚至當到了宰相等高官。這很正常,在今天的美國類似事情也經常發生。很多美國政客都有做法官的經歷,法官工作常常是其政治生涯往上走的一個很好跳板。

在中國古代的許許多多的審判官中,有三位聲名最為顯赫,他們一直是古代偵探小説的主人公。他們是包拯、李本成和狄人傑。狄人傑這個人物形象甚至走入了歐洲文學。曾任荷蘭駐華大使的古利克和美國人斯達瑞特是兩位對中國文化有著深厚了解的漢學家,他們可以説是東方偵探小説的真正發現人。古利克翻譯和編輯了中國古代一些破案實錄以及一本寫于十八世紀的中國偵探小説,其主人公正是狄人傑。之後,他已又翻譯編輯了中國唐朝年鑒及犯罪學記錄,並從中汲取素材,秉承原文風格進行創作,把中國古代偵探小説介紹給歐洲讀者。中國古代偵探小説有自己的獨特之處,與西方讀者常見的小説偵探小説風格十分不同。最大的不同是,在絕大多數情況下,中國小説一開始就揭露了罪犯是誰,之後由斷案人員憑藉自己的聰明才智來破解整個案件,而如何確定犯罪分子則不是小説的主要內容。

審判官依靠自己的才智戰勝一切。在某篇小説中,狄人傑通過觀察一幅貓圖而成功破案。被害人在臨死前畫了一隻貓,瞳孔緊縮,從這一線索上狄人傑判斷出作案時間是白天,而不是黑夜。而真正的殺人兇手正是想迷惑斷案人員,讓他以為案子是在晚上發生的。在另一篇小説裏,一位鹽商和一位木頭商因一張羊皮的所屬而發生爭執。審判官命令手下嚴刑拷打這張羊皮,被打後,羊皮裏的一些鹽粒被打落出來,由此審判官斷定羊皮真正的主人應該是誰。比較一下中國古代與歐美國家的偵探小説,我們發現兩者之間還有一個區別:中國的斷案人員永遠不是一次只斷一個案子,而是同時期很多案子交織在一起,有時個這些案子之間相互關聯,有時候又毫無聯繫。這主要是想表現這上點:作為執掌一方的中國官員,他們的公務總是十分繁忙,因為他們手中不會只有一個案子。在他的面前擺著各種各樣的案件,殺人的,偷盜的,詐騙的,搶劫的,失蹤的,如此等等。如同任何一部中國古代小説一樣,這些偵探小説中都刻畫了許多人物,而西方讀者不習慣看到一個案件同時有很多的犯罪嫌疑人。

其餘的很多偵探小説都比較類似,我們可以把這些小説做一下總結:揭露謎底,還原案件原貌,人物形象總是十分嚴肅。主人公幾乎都是歷史上出現過的真人物。在文學作品中,他們千篇一律地被刻畫成固定模式。而且在這些小説中總會出現一些其他人物,比如説被迫害的姑娘、貪婪的官員、窮困潦倒但誠實忠厚的書生、背叛丈夫的妻子、為養家糊口而被迫賣身的青樓女子。有時候,作品中也會出現一些讓人意想不到的東西,比如説參與斷案的女性形象。在一篇小説中,一位女子為救自己被冤枉的丈夫,千方百計調查取證,終於找到了殺害富翁的真正兇手,自己的丈夫也因此被赦免。而之种女性查案的故事在中國偵探小説裏是不多見的

 

犯罪武器

   中國偵探小説中最吸引人的地方不是那些主人公,而是各種各樣的犯罪武器。中國古代讀者會覺得用大棒作為兇器而殺人的案子是很沒意思是的,因此也不會有大多的閱讀興趣。在中國偵探小説中,這些致人于死地的兇器常常十分精巧,不比尋常。

   釘在骨頭裏的釘子:小説記述了這樣一個故事:有人發現了一具屍體,表面沒有任何傷痕。而死者頭部爬了一些小蟲,這引起了審判官的注意。隨後進行了屍檢,發現死者頭骨裏竟有一根細長的釘子,原來這根釘子是死者生前在熟睡時被其妻釘入頭中的。古利克在他的小説中也描述了類似的案子:一位妻子殺死了她的丈夫,後來心裏十分悔恨,於是向狄人傑坦白自己是如何殺了丈夫,並且答應願協助其破解另一個更為離奇的案件。我是中國偵探小説的鍾愛者,因此我在自己的一部小説中也寫進了用釘子殺人這樣一個故事。另一種殺人方式是將釘子釘入耳朵裏。在《李工奇聞》裏記述的一個故事中,審判官斷定那根釘子是在死者死後釘入耳中的,因此赦免了那位被冤枉的妻子。

毒蛇殺人:狄人傑斷案中出現過的案例。新娘于新婚前夕在廚房裏喝茶時離奇死亡。而兇手竟是一條毒蛇,罪犯把它藏在灶臺上方的樑上,毒蛇為灶臺上揚的水蒸氣所擾,排出毒液,落入茶碗裏,導致新娘的死亡。

毛筆殺人:這是一種與眾不同的兇器,它可以遠距離殺人。當毛筆用燭燈加熱時,筆中蠟油融化,機關打開,發射出一種致命的子彈。我們要知道,書法在古代中國被視為一門最重要的藝術。中國人用毛筆蘸墨汁寫出的漢字是真真正正的藝術品。所以,當文人在使用新筆時,為了使它便於書寫,會把筆尖處不規則的細毛燒掉,兇手正是利用這一點設定了殺人機關。在一篇小説中,被害人被發現死在一間封閉的屋子裏,審判官憑著機智找到兇手,並將之繩之於法。這也是文學史上第一次出現"閉室疑案",之後的很多西方作家都以此為主題創作偵探小説。我也寫過一篇類似的故事,不過是將毛筆換成了印度煙斗。

染毒的書:《金瓶梅》是中國小説史上的一部精品。裏面記載了這樣一個故事:一位王姓青年的父親被嚴姓家族迫害,被判死刑。這位青年勢單力薄,無法與強大的嚴家對抗。為了報仇,他想了一個新奇的主意。他寫了一篇十分精彩的小説,把生活中的敵人寫進了小説中。小説完成後,他把書的每一頁都浸上毒,之後寄給嚴家。姓嚴的蘸著口水一頁頁翻書,當他把這部精彩的小説讀完時,他的死期也就到了。後來還有一部小説也記述了類似的故事,但不同的是被害者知道書被染了毒,但為了將這部精彩的書讀完,他寧願不惜自己的身家性命。這是不是讓我們想到了《以玫瑰的名義》呢?

瘋狂的貓:《金瓶梅》中記載了這樣的故事:潘金蓮是西門慶的第五位小老婆。西門慶的一位老婆為他生了一個兒子,於是乎潘金蓮開始失寵,但是她不甘心。潘金蓮不是個省油的燈,她曾把第一個老公在夢中捂死。為報復,她開始設計陰謀,她養了一隻白色的大貓,取名為雪球。她每天訓練白貓撓開包裹尋找食物。終於有這麼一天,趁新生兒的奶媽不在的時候,她讓貓越過墻頭進了情敵的房間。房間裏只有裹在紅色包裹中的小嬰兒,白貓用利爪撓死嬰兒,於是潘金蓮又重新得寵。

我們之前已經提到,狄人傑被古利克寫進了自己的小説,古利克大部分是沿用了以前描寫的案例,但也有自己的想像創作的一部分新故事。可以説,狄人傑的生命力是持久的。在古利克去世四十多年後,曾以法國大革命為題材創作了很多小説的法國小説家羅曼德又以狄人傑為人物原形創作了新的偵探小説,這本書在不久之後將發行到世界各地。

當然,狄人傑並不是唯一的一個出現在中國偵探小説中的人物。十九世紀還有部小説名為《李判官奇案》。小説的主人公生活在清朝慈禧太后當政期間。義和團運動時,他與西方列強進行了英通堅決的鬥爭。在鬥爭失敗後,他自覺無顏面對朝廷,於是自殺殉國。而慈禧太后迫於西方列強的壓力,撤消其所有封號。

   以上所述是中國古典的偵探小説。那麼偵探小説在中國當代的情況又如何呢?最近三十年來,中國文壇對偵探小説興趣不減。八十年代最早被介紹到西方的中國偵探小説是中國豐産作家葉永烈的作品,但實事求是地説,當時的偵探小説還略顯幼稚。

在歐洲出版的中國文學作品總體較少,而且歐洲讀者所讀到的關於中國的偵探小説大多數不是中國作家寫的,即便是中國人寫的,也主要是由旅居國外的中國籍作家創作的。但願今天的研討會能夠推動西方讀者讀到真正由中國本土作家創作的作品。

 

中國著名的斷案專家

狄人傑:出生於西元630年,狄人傑一生事業成功,官居宰相。

包拯:宋朝名相,生於西元999年,卒于1062年。

李本成:清朝著名官員,慈禧當政時在朝為官。

 

                 

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