Egitto: manifestazioni su vasta scala all'anniversario dell'insediamento del presidente
  2013-07-02 15:18:29  cri


Il 30 giugno dell'anno scorso, dopo aver vinto due turni di elezioni presidenziali, Mohamed Morsi, ha dichiarato il suo insediamento come presidente egiziano. La gente ha così sperato che questo presidente, animato dallo spirito della fratellanza musulmana, ed il primo ad essere stato eletto dai cittadini, dopo l'epoca Mubarak, potesse guidare il paese mettendo fine al caos, e realizzandone la stabilità e la prosperità. Tuttavia, un anno dopo, Morsi non ha realizzato la maggior parte degli obiettivi presentati durante le elezioni, e in generale l'ambiente politico, economico e sociale dell'Egitto non hanno conosciuto alcun miglioramento. Anche se i sostenitori del presidente ritengono che non sia realistico poter eliminare tutti i problemi derivanti dalla cattiva amministrazione accumulatisi nel tempo, in un così breve periodo di tempo, dall'altro lato gli oppositori hanno indicato che Morsi non solo non ha risolto i problemi economici e dei mezzi di sussistenza, ma ha anche soppreso le voci differenti del paese portandolo a diventare sempre più islamizzato.

30 giugno, al Cairo, Piazza Al-Tahrir,: una canzone patriottica risuna nella piazza, tutti i dimostranti la cantano insieme. Il giorno stesso, nel nome del patriottismo, i sostenitori e gli oppositori del presidente Morsi si sono radunati per strada per manifestare. Secondo i media locali, il numero dei partecipanti alle manifestazioni ha superato i 17 milioni.

Alla vigilia delle manifestazioni, l'opposizione egiziana ha dichiarato di aver raccolto oltre 22 milioni di firme dei cittadini che richiedono le dimissioni del presidente e le elezioni presidenziali anticipate. Questo numero di firme supera di gran lunga il numero di voti che Morsi aveva ricevuto all'epoca alle elezioni presidenziali. In merito, il portavoce dell'opposizione, Mohamed Abdul-Aziz, ha affermato:

"Popolo egiziano, a nome di 20 milioni di persone che hanno firmato "il formulario di ribellione", dichiaro che Mohamed Morsi non è più il presidente legale egiziano. Invitiamo tutti gli egiziani a manifestare in Piazza Al Tahrir, al palazzo presidenziale e nelle piazze delle varie provincie."

La situazione creatasi lo stesso giorno sembra essere esattamente come dell'opposizione desidera. Al Cairo, i cortei di dimostranti sono partiti da diversi luoghi della città e sono arrivati successivamente a Piazza Al-Tahrir e al palazzo presidenziale, accerchiando l'area e bloccando il traffico.

Secondo gli analisti, sin dal suo insediamento, Mohamed Morsi è caduto nella lotta per il potere, lasciando l'economia del paese in fase di stallo. Di recente, si è verificata una grave crisi energetica, e il problema della sussistenza del popolo si deteriora continuamente all'interno di unasituazione politica turbolenta, quindi, molti egiziani sono molto delusi del suo comportamento. Secondo un sondaggio, nell'ultimo anno, il tasso di sostegno per Morsi è sceso drasticamente, ed ormai è meno del 50%.

Tuttavia, Morsi continua ad avere dei sostenitori. Il giorno stesso, nel distretto di Nasr al Cairo, si sono riunite decine di migliaia di persone che sostengono il presidente. Sventolavano le bandiere egiziane e gridavano gli slogan per sottolineare la legalità di questo presidente eletto dal popolo. Molti di loro ritengono che bisogna dare più tempo e opportunità al presidente.

Il giorno stesso, le manifestazioni hanno dato segni di trasformazione in conflitti violenti. Di fronte alla situazione pronta ad esplodere, la sera stessa, il palazzo presidenziale ha tenuto una conferenza stampa, durante la quale il portavoce del palazzo presidenziale, Ehab Fahmi ha affermato che il giorno stesso, Morsi ha già incontrato il premir egiziano, Hisham Kandil, e ha telefonato i ministri dell'Interno, della Difesa Nazionale e della Sanità, per discutere della tutela dei manifestanti pacifici e delle principali infrastrutture pubbliche. Allo stesso tempo, Fahmi ha richiesto alle varie parti di abbandonare la violenza e dialogare.

"La porta del dialogo è sempre aperta, tutte le proposte che rientrano all'interno della Costituzione e della legge sono discutibili. Tuttavia, devo sottolineare che anche se la libertà di parola e le manifestazioni pacifiche sono diritti costituzionali di tutti, tuttavia la violenza, la distruzione e gli omicidi sono atti vergognosi e impossibili da scusare Il dialogo è l'unico canale per la fiducia reciproca e la riconciliazione nazionale."

Secondo gli analisti locali, se nei prossimi giorni l'opposizione egiziana persisterà nel proporre le elezioni anticipate, come condizione del dialogo con il governo, e continuerà a organizzare manifestazioni su vasta scala, allora il caos in Egitto continuerà ad aumentare.

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