Egitto: scontri sanguinosi. Verso la guerra civile.
  2013-07-10 17:02:03  cri

 


 

La mattina dell'8 luglio, al Cairo, si sono verificati scontri sanguinosi davanti alla sede della Guardia Repubblicana. Secondo i dati forniti dalle autorità sanitarie egiziane, gli scontri hanno causato 51 morti e 435 feriti. A seguito degli scontri, i Fratelli Musulmani hanno condannato i militari per aver causato un massacro, mentre le forze armate e l'intelligence hanno negato ogni responsabilità nell'accaduto.

Negli ultimi giorni, i sostenitori di Mohamed Morsi hanno tenuto manifestazioni davanti alla sede della Guardia Repubblicana, dove, secondo delle indiscrezioni, è detenuto l'ex presidente, tentando di superare la linea di difesa imposta dai militari e dall'intelligence. Durante la conferenza stampa tenuta l'8 luglio, il portavoce del ministero degli Interni, Hany Abdel-Latif, ha affermato che, nel corso degli scontri, i poliziotti sono stati attaccati per primi, e improvvisamente, dai manifestanti.

"Dal 30 giugno, data in cui la polizia aveva iniziato ad eseguire il proprio compito nella sede della Guardia Repubblicana, i manifestanti si erano già riuniti sul posto. L'ordine dato alla polizia è stato quello di mantenere la massima moderazione. Tuttavia, alle 4 del mattino dell'8 luglio, qualcuno dalla folla ci ha attaccato. All'inizio, usavano pietre, poi la situazione è rapidamente precipitata. Hanno iniziato ad attaccarci con colpi di arma da fuoco."

 

Inoltre, il portavoce dell'esercito egiziano, Ahmed Mohamed Ali, ha sottolineato che qualcuno ha incitato e istigato i manifestanti a usare la violenza, e ha invitato i sostenitori di Mohamed Morsi a interrompere le dimostrazioni. Sentiamo di seguito le sue parole:

     

"Le truppe non hanno contatti con i manifestanti, ma hanno il compito di difendere una postazione militare. Se qualcuno li attacca con proiettili veri, i soldati hanno il diritto di adottare delle contromisure per proteggere la loro postazione. Questo è in linea con il senso comune e la prassi internazionale. "

Ali ha aggiunto che, nell'incidente dello stesso giorno davanti alla sede della Guardia Repubblicana, una parte degli attacchi contro i militari sono provenuti da cecchini nascosti sui grattacieli. Ali ha anche accusato i sostenitori dei Fratelli Musulmani di diffondere false informazioni, come ad esempio il video in cui l'esercito egiziano avrebbe aperto il fuoco contro dei bambini. Il video, infatti, è stato girato nel marzo di quest'anno in Siria.

Tuttavia, i sostenitori dei Fratelli Musulmani non sono d'accordo con le parole pronunciate dai militari. Lo stesso giorno, l'Associazione ha tenuto una conferenza stampa, accusando il ministro della Difesa egiziano, Abdel Fattah el Sissi, di essere un "macellaio", e invitando la comunità internazionale a intervenire immediatamente. L'attivista dei Fratelli Musulmani, Safwat Hegazi, ha dichiarato che i sostenitori di Mohamed Morsi prenderanno ulteriori provvedimenti.

"Non importa se Morsi sia detenuto presso la sede della Guardia Repubblicana o al Ministero della Difesa; noi lo salveremo, e adotteremo misure più forti. Morsi sarà liberato e tornerà al Palazzo presidenziale."

Anche la principale autorità sunnita egiziana, il grande imam dell'Università di al-Azhar, Ahmed al-Tayeb, ha pronunciato un discorso in cui chiede un'indagine approfondita sulle violenze occorse davanti alla sede della Guardia repubblicana.

Lo stesso giorno, anche la sede presidenziale ha dichiarato l'intenzione del presidente ad interim, Adly Mansour, di istituire un comitato speciale per indagare in modo completo sui recenti fatti di violenza, e la sua richiesta ai partiti politici di prendere a cuore l'interesse nazionale e mantenere la moderazione.

Per stabilire un governo di transizione sostenuto da tutte le fazioni, il presidente ad interim ha appena rinunciato alla nomina a primo ministro di Mohamed Elbaradei, l'attivista anti-Morsi, e ha espresso la sua intenzione di conferire l'incarico al direttore dell'Autorità di vigilanza finanziaria, Ziad Baha Al- Din. Questa proposta però non è stata accettata dai Fratelli Musulmani. L'otto luglio, il loro leader, Mohamed Beltagi, ha rilasciato questa dichiarazione:

"A volte, le opinioni del popolo egiziano e quelle dei Fratelli Musulmani sono diverse, come molte volte sono diverse anche da quelle di Morsi. Tuttavia loro hanno ben chiaro che quello che è avvenuto ora è un golpe militare che ha destituito un presidente eletto democraticamente, e ha sovvertito la costituzione, e la volontà del popolo. Noi non accetteremo mai questo golpe."

La serata dell'otto, i sostenitori di Mohamed Morsi e dei Fratelli Musulmani hanno continuato a manifestare nella piazza antistante alla moschea Rabaa Al Adawiya, al Cairo. Finora, le varie voci sulle trattative tra i Fratelli Musulmani e la parte militare non hanno ancora ricevuto conferma. L'attuale situazione egiziana, come dichiarato da molti media locali, sta deviando dalla strada della riconciliazione e s'incammina verso la guerra civile.

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