UE riunita per risolvere i conflitti in Egitto, non si escludono sanzioni
  2013-08-21 14:38:14  cri


Il 19 agosto gli ambasciatori dei 28 paesi membri dell'UE si sono riuniti in una conferenza presso la sede centrale dell'organizzazione a Bruxelles per coordinare delle misure in risposta ai fatti che hanno di recente scosso l'Egitto.

I paesi membri hanno avanzato i propri piani a riguardo e discusso la dichiarazione congiunta sulla situazione egiziana rilasciata il 18 agosto dal presidente del Consiglio permanente dell'Unione Europea, Herman Van Rompuy, e dal presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, senza però prendere alcuna decisone in merito. Il meeting degli ambasciatori ha lo scopo di delineare i piani d'azione sulla crisi in Egitto in vista della riunione dei ministri degli Esteri dei paesi dell'UE che si terrà il 21 agosto e durante la quale verranno decise le misure concrete. Dopo l'incontro fra gli ambasciatori, durante la conferenza stampa, il rappresentante speciale della regione del Mediterraneo meridionale, Bernardino León, ha dichiarato che l'Unione Europea è composta da 28 paesi ognuno dei quali ha relazioni diverse con l'Egitto, motivo per cui ogni paese ha presentato piani diversi, anche se le opinioni sono generalmente simili. León ha quindi riferito che l'UE crede che vi sia la possibilità di risolvere i conflitti in Egitto attraverso i mezzi politici e che l'UE farà il possibile per raggiungere questo obiettivo. Lèon ha infine aggiunto che durante la conferenza degli ambasciatori non si è discusso di un eventuale piano di sanzioni militari, anche se l'UE non esclude alcun mezzo.

Secondo quanto rivelato da un funzionario dell'UE, la dichiarazione di Van Rompuy e Barroso è il principio generale dell'UE per rispondere alla situazione in Egitto. Nella dichiarazione si riporta che la piega presa di recente nel Paese, in particolare la violenza degli ultimi giorni è molto preoccupante. Nella dichiarazione si afferma che l'Egitto è un partner importante per l'UE, che le due parti hanno interessi e responsabilità comuni nel mantenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e che l'aggravarsi del conflitto porterà all'Egitto e tale regione conseguenze imprevedibili. Nella dichiarazione si chiede quindi alle verie parti, specialmente il governo di transizione egiziano e all'esercito di mantenere la massima moderazione e si aggiunge che nel processo democratico degli ultimi due anni l'UE è sempre stata dalla parte dell'Egitto e continuerà insieme ai partner internazionali a fare il possibile per promuovere la fine degli atti di violenza nel Paese, la ripresa del dialogo politico e il ritorno al processo democratico. Come si può osservare dalla dichiarazione da un lato l'UE farà pressioni sull'Egitto per una soluzione politica, dall'altro adotterà probabilmente la via delle sanzioni.

L'influenza militare dell'UE sull'Egitto è di gran lunga inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti. Tuttavia, da un punto di vista geopolitico, l'UE ha enormi interesse nel Paese che è una delle ragioni per cui l'UE attribuisce grande importanza allo sviluppo delle relazioni con l'Egitto e lotta per il diritto di parola sulle questioni ad esso legate. L'UE è il più grande partner commerciale dell'Egitto, nel 2011 il volume del commercio bilaterale ha raggiunto 24 miliardi di euro, mentre il volume degli scambi commerciali tra l'Egitto e gli Stati Uniti quest'anno è stato di soli 8,2 miliardi di dollari. Inoltre l'UE è la principale fonte d'aiuti, prestiti e turisti dell'Egitto. Le statistiche dimostrano che negli ultimi anni i paesi dell'Unione Europea hanno venduto grandi quantità di armi e attrezzature militari all'Egitto, la maggior parte vendute da Francia, Germania e Spagna, seguiti da Bulgaria, Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Belgio, Polonia, Gran Bretagna.

Gli analisti ritengono che in questo contesto l'UE abbia due vie da scegliere: o annullare l'impegno sul prestito d'assistenza di 5 miliardi di euro preso lo scorso anno, oppure applicare delle sanzioni nei confronti delle autorità egiziane, ovvero l'embargo sulle armi. Naturalmente gli interessi dei paesi UE in Egitto sono diversi, per questo le proposte di alcuni di loro sono molto dure, mentre altre più moderate. Alla fine le misure che verranno prese dovranno essere decise all'unanimità e saranno inevitabilmente frutto di un compromesso.

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