CPI cinese aumenta del 3.2% a settembre
  2013-10-15 15:20:27  cri

 

I dati pubblicati oggi dall'Istituto Nazionale di Statistica Cinese rivelano che a settembre l'Indice dei prezzi al consumo dei cittadini cinesi ha registrato un aumento del 3.1%, 0.5 punti in più rispetto ad agosto, superando le aspettative del mercato. Ciò significa che ha superato per la prima volta dopo 7 mesi il 3%. In merito, gli esperti ritengono che per diversi motivi, sono molti gli elementi ai quali è legato questo nuovo aumento. L'aumento del prezzo dei prodotti alimentari ad esempio ha contributo in modo particolare all'aumento del CPI. Nel quarto trimestre ci sarà una certa pressione dell'inflazione, ma l'aumento annuale del CPI potrebbe essere mantenuto al di sotto del 3.5%.

Secondo i dati pubblicati oggi dall'Istituto Nazionale di Statistica della Cina, il CPI dei cittadini cinesi a settembre è aumentato del 3.1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un'incremento leggermente maggiore rispetto alle aspettative del mercato che prevedevano un 2,9%, con un aumento dello 0,8% rispetto al mese precedente. Tra gli elementi che hanno causato l'aumento dei prezzi, quelli nuovi occupano i 2,3 punti percentuali. In merito, Zhang Yaxiong, vice direttore del Dipartimento per le previsioni economiche del Centro Statale di Informazione Cinese, ha detto che l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e fattori stagionali hanno contribuito all'aumento del CPI.

"Una ragione potrebbe essere l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, l'altro ha a che fare con fattori stagionali, fra cui le festività, il meteo, e altri elementi."

Secondo i dati, a settembre, i prezzi dei prodotti alimentari hanno registrato un aumento del 6,1% che ha fatto aumentare il CPI di 1,98 punti percentuali. I prezzi delle verdure sono aumentati di circa il 20%, incidendo sul livello generale dei prezzi al consumo con circa 0,55 punti percentuali. Liu Tong, responsabile del Dipartimento di Statistica del Mercato Xinfadi di Beijing, il più grande mercato della Cina specializzato nella vendita all'ingrosso di prodotti agricoli, ritiene che i prezzi delle verdure fresche abbiano avuto un aumento inferiore rispetto all'anno scorso, e che ciò sia dovuto alle condizioni meteorologiche estreme dei primi mesi di quest'anno.

"A settembre e ottobre dell'anno scorso i prezzi delle verdure erano in continuo calo. In particolare, nel mese di ottobre e durante gli ultimi dieci giorni di settembre hanno registrato il record più basso degli ultimi 5 anni, per cui i prezzi di quest'anno risultano di certo più alti rispetto all'anno scorso, con un divario piuttosto evidente. Il continuo aumento dei prezzi delle verdure ha a che fare con le condizioni atmosferiche estreme dei giorni precedenti. Nel Sud mancano verdure, sicché una parte deve essere trasportata dal Nord. A causa dei bassi prezzi delle verdure coltivate nel Nord del paese nell'anno passato, la superficie coltivata è leggermente diminuita. Questi due fattori messi assieme hanno portato ad un aumento significativo dei prezzi delle verdure a settembre di quest'anno.

Da gennaio a settembre di quest'anno il livello generale dei prezzi al consumo è salito del 2,5 % rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Prima di settembre, solo a febbraio per via del Capodanno Cinese era stato registrato un aumento del CPI di oltre il 3%. Le variazioni dei prezzi al consumo da gennaio a settembre dimostrano una moderata tendenza di crescita. Per quanto riguarda l'aumento del quarto trimestre di quest'anno, Zhang Yaxiong ha detto che in generale non supererà il 3,5%.

"Secondo le nostre previsioni, nell'intero corso del quarto trimestre il CPI rimarrà intorno al 3% e al 3,1%, quindi in generale manterrà una tendenza piuttosto mite. La cifra di circa il 3% ha a che fare con l'evidente ripresa stabile dell'economia nell'ultimo periodo, soprattutto a partire dalla seconda metà dell'anno. Ad ogni modo rimarrà ancora al di sotto del tetto massimo del 3,5%.

I dati del PPI rivelano inoltre che a settembre esso ha continuato a salire, con un aumento fino allo 0,2%, e in calo dell'1,3%, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il divario è ridotto ulteriormente ad indicare che la domanda del mercato tende a essere più attiva, e che la macroeconomia è in continua crescita.

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