"Ottimismo prudente" sul primo round di negoziati sulla questione del nucleare iraniano
  2013-10-16 15:18:05  cri


Dal 15 al 16 ottobre si terrà a Ginevra il nuovo round di negoziati tra i sei paesi interessati al problema nucleare iraniano (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, Germania e Ue) e l'Iran. Questi saranno i primi negoziati dopo l'insediamento del nuovo governo iraniano lo scorso agosto. Tutte le parti hanno espresso "un ottimismo prudente" e hanno affermato che gli attuali colloqui contribuiranno a promuovere i progressi ottenuti precedentemente.

La decisione di tenere dei nuovi negoziati è stata raggiunta durante i colloqui dell'Assemblea generale dell'Onu a New York, tenuti alla fine del mese scorso tra i sei paesi interessati, l'Ue e l'Iran. Il governo svizzero ha comunicato la sua disponibilità ad organizzare e ospitare i negoziati. Parteciperanno ai dialoghi il ministro degli Affari Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, l'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Ue, Catherine Ashton, il sottosegretario di Stato Usa, Wendy Sherman, il vice ministro degli Affari Esteri russo, Sergey Ryabkov; vi saranno poi i dirigenti politici dei ministeri degli affari esteri britannico, francese, e tedesco, mentre il direttore del Dipartimento cinese per il controllo degli armamenti, Pang Sen, sarà il rappresentate inviato dal governo cinese.

Il 14 ottobre, dopo l'arrivo a Ginevra, la rappresentante dell'Ue, Catherine Ashton, ha rilasciato una dichiarazione scritta in cui auspica che questi due giorni saranno proficui, e che questa sarà un'opportunità per discutere le proposte provenienti da tutte le parti. La Ashton ha detto così: "abbiamo un atteggiamento di prudente ottimismo, ma siamo venuti qui a trattare con determinazione". Dopo il suo arrivo dell'aeroporto di Ginevra, il rappresentante iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha detto ai media del suo paese di non essere pessimista sui negoziati, ma che c'è tuttavia la necessità di vedere le buone intenzioni della controparte. Zarif ha inoltre sottolineato che non si potrà risolvere il problema con un solo giro di negoziati.

Dopo l'insediamento del nuovo presidente Rouhani, il nuovo governo iraniano ha adottato un atteggiamento più flessibile sul problema del nucleare. Rouhani ha affermato esplicitamente che s'impegnerà a risolvere le dispute tra l'Iran e i paesi occidentali sulla questione nucleare iraniana. Dopo i colloqui a New York alla fine di settembre, il nuovo rappresentante iraniano all'AIEA ha anche avuto anche un incontro con i diversi rappresentanti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Attraverso questo giro di negoziati, a Ginevra, le diverse parti dovranno affrontare alcuni dettagli più sostanziali. Dopo aver assistito ad alti e bassi per dieci anni, il problema del nucleare iraniano si troverà di fronte a nuove opportunità.

Ovviamente non sarebbe realistico aspettarsi una svolta da questo primo, nuovo round di negoziati. Il loro progresso o successo dipende dai compromessi e dalle concessioni che le diverse parti potranno fare. Anzitutto vi è la questione delle attività di arricchimento dell'uranio. Secondo quanto affermato, l'Iran ha già fabbricato 190 kg di uranio arricchito al 20% e potrà fare solo un altro passo per la produzione di armi nucleari. La comunità internazionale ha chiesto all'Iran di sospendere le attività di arricchimento e di trasportare all'estero l'uranio già trattato, consegnandolo in gestione ad una terza parte. Tuttavia, l'Iran insiste sul suo diritto all'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, considerando quest'ultimo come una "linea rossa". Secondo quanto appreso, però, l'Iran consentirebbe di sistemare l'uranio arricchito in alcune aree remote del suo territorio, sotto la supervisione internazionale. In secondo luogo, c'è il problema delle ispezioni, a causa del quale l'Iran è stato accusato dalla comunità internazionale. In precedenza, l'Iran ha sempre rifiutato le verifiche condotte dell'AIEA, che considerava come una minaccia alla sua sicurezza nazionale. Secondo quanto appreso, l'Iran potrebbe mostrare a Ginevra una nuova carta che consentirebbe di aumentare la trasparenza delle sue attività di arricchimento dell'uranio in cambio della revoca di alcune sanzioni, soprattutto quella riguardante l'embargo petrolifero.

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