Kiev: l'impasse della crisi politica ucraina
  2013-12-16 14:25:51  cri

 

Sin dalla fine di novembre, quando sono iniziati i raduni di protesta contro il governo, Piazza Indipendenza, al centro di Kiev, è diventata la base dell'opposizione ucraina. Dopo quasi due settimane, il raduno continua ancora.

Il 12 dicembre la situazione a Kiev era relativamente calma. L'opposizione e i sostenitori dell'integrazione con l'Europa sono ancora radunati a Piazza Indipendenza, con un massimo di quasi 10 mila persone, parecchie delle quali la notte rimangono in tende sistemate nella piazza, senza andarsene. Lo stesso giorno, la polizia non ha più avviato delle azioni di smantellamento dei blocchi stradali. A parte la chiusura al traffico delle strade vicine a Piazza Indipendenza per via dei blocchi, la maggior parte delle zone di Kiev risulta calma e l'ordine di vita non è molto influenzato dal raduno.

Negli ultimi giorni, nonostante l'opera di mediazione a Kiev dei rappresentanti di Ue e Usa, i progressi sono stati scarsi, visto l'enorme divario di posizioni fra il governo e l'opposizione. In questi due giorni, da un lato il governo ucraino ha invitato l'opposizione a tornare al tavolo dei negoziati per un dialogo nazionale per risolvere il problema, dall'altro ha annunciato che sta considerando di ripristinare le trattative con l'Ue per sottoscrivere l'accordo di associazione. Se l'Ue può avanzare delle clausole economiche migliori, l'Ucraina può sottoscrivere l'accordo. Nel frattempo, l'attuale governo persiste nel non dimettersi, mentre l'opposizione chiede ancora al governo di punire severamente i responsabili delle violenze per disperdere i manifestanti, di dimettersi, e di rilasciare i manifestanti arrestati. Se queste condizioni non vengono soddisfatte, l'opposizione non parteciperà ai negoziati.

  

Oltre alle forti divergenze di posizione tra le parti in conflitto, anche i punti di vista dell'Occidente e della Russia sul problema ucraino sono completamente diversi. I paesi occidentali sostengono a fondo i raduni antigovernativi dell'opposizione e dei sostenitori dell'integrazione europea, e avvisano le autorità ucraine di non ricorrere alla violenza. La parte americana ha già comunicato che sta considerando delle sanzioni verso l'Ucraina. La Russia invece ritiene illegale il raduno dell'opposizione e la partecipazione al raduno dei paesi occidentali, tra cui gli Usa, è un'interferenza negli affari interni dell'Ucraina. Nel frattempo, l'Unione Doganale Bielorussia-Kazakistan-Russia, guidata dalla Russia, sta attivamente cercando l'adesione dell'Ucraina. Nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 12 dicembre, Putin ha detto di auspicare l'adesione del paese all'Unione Doganale.

All'inizio, i raduni dell'opposizione e dei sostenitori dell'integrazione europea miravano a protestare contro la sospensione da parte del governo delle trattative con l'Ue. Ma nella prima settimana, i raduni non si sono tenuti in un unico posto, e hanno avuto dimensioni diverse. Alle prime ore del 1 dicembre, dopo che il ministero dell'Interno ha disperso con la forza la folla radunata, la situazione è diventata incontrollabile. I raduni di protesta sono diventati continui, e non si sono più interrotti sino ad oggi. Inoltre, la principale richiesta avanzata all'inizio dall'opposizione era la ripresa delle trattative con l'Ue da parte del governo, ma dopo la violenta pulizia della piazza, questa chiede fermamente al governo di dimettersi, il che dimostra che lo scopo primario dell'opposizione è già diventato rovesciare del tutto o in parte il governo in carica.

Alcuni esperti ucraini ritengono che una volta aperto un dialogo nazionale a cui partecipino l'opposizione, i rappresentanti sociali e anche quelli della chiesa, ciò equivalga a fornire alle autorità un'occasione di tirare il respiro, e anche di disinnescare la crisi con la premessa di garantire al massimo l'attuale governo, una cosa che l'opposizione non vuole certo vedere. Anche se il governo accettasse di sottoscrivere l'accordo di associazione con l'Ue, potrebbe o meno indurre di nuovo il risentimento delle forze contrarie all'adesione all'Ue? Secondo i risultati degli ultimi sondaggi, il 45% degli ucraini non è affatto d'accordo con l'adesione all'Ue. Quindi, sebbene la crisi politica sia stata innescata dal problema dell'adesione, al suo interno si è già infiltrato il gioco politico rivolto alle elezioni presidenziali, quindi, in aggiunta al confronto di forza tra Occidente e Russia, come affermano molti commenti, per la risoluzione di questo problema è necessaria una grande intelligenza politica.

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