Ban Ki Moon: Iran assente alla conferenza internazionale sulla crisi siriana
  2014-01-22 14:15:37  cri

 

Il pomeriggio del 20 gennaio, ora locale, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, attraverso il suo portavoce, ha annunciato che l'Iran non parteciperà alla conferenza internazionale sulla questione siriana che si terrà a breve in Svizzera. Meno di 24 ore prima Ban Ki Moon aveva annunciato che avrebbe invitato l'Iran a prendere parte ai lavori, ma ecco dopo appena un giorno la grande inversione di marcia, segno che le divergenze fra le parti coinvolte sono ancora difficili da appianare.

Il 19 gennaio Ban Ki Moon aveva convocato una conferenza stampa eccezionale nella sede generale dell'Onu, a New York, dichiarando di avere invitato 10 paesi, tra cui l'Iran, con lo scopo di creare una buona atmosfera per la prossima conferenza internazionale sulla questione siriana e garantire risultati positivi.

Parlando della partecipazione dell'Iran, Ban Ki Moon aveva spiegato di aver avuto un lungo colloquio con il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, il quale avrebbe garantito "così come gli altri paesi invitati a partecipare alla riunione d'apertura del primo giorno a Montreux, l'Iran sa che alla base delle trattative c'è la completa applicazione del comunicato di Ginevra siglato il 30 giugno 2012, ivi compreso il piano d'azione. "

Zarif aveva inoltre promesso a Ban Ki Moon che l'Iran avrebbe svolto un ruolo positivo e costruttivo alla conferenza di Montreux.

Da molto tempo gli Stati Uniti e altri paesi occidentali si oppongono alla partecipazione dell'Iran alla conferenza internazionale sul problema siriano poiché l'Iran è considerato il principale sostenitore del presidente siriano, Bashar al-Assad. Ban Ki-Moon e il rappresentante speciale dell'Onu e della Lega Araba sul problema siriano, Lahdar Brahimi, hanno invitato più volte l'Iran a partecipare al processo di pace della Siria in qualità di importante forza in gioco nella regione.

Il 19 gennaio l'invito ufficiale dell'Iran da parte di Ban Ki-Moon aveva ottenuto il generale consenso degli altri paesi coinvolti. Gli Stati Uniti si erano però detti molto sorpresi per la decisione di Ban Ki-Moon e avevano stabilito delle condizioni alla partecipazione dell'Iran, ovvero che quest'ultimo esprimesse pubblicamente il suo sostegno alla creazione del governo di transizione in Siria, in caso contrario Ban Ki-Moon avrebbe dovuto ritirare l'invito. Su questo problema la Gran Bretagna e la Francia hanno espresso posizioni simili. Non solo, la principale fazione d'opposizione siriana all'estero, la Coalizione Nazionale aveva minacciato di boicottare la conferenza se Ban Ki-Moon non avesse revocato l'invito all'Iran.

Nel frattempo il 20 gennaio il Ministero degli Esteri iraniano ha rilasciato una dichiarazione, insistendo che non si dovrebbe stabilire condizioni sulla sua partecipazione. Alcune ore dopo, tramite il suo portavoce, Ban Ki-Moon ha annunciato che la conferenza internazionale sulla questione siriana si sarebbe svolta senza l'Iran, che ha sollecitato ad accettare il consenso raggiunto col comunicato del 2012, dicendosi deluso per il cambio di rotta tra la dichiarazione rilasciata da Teheran il 20 e la promessa fatta in precedenza.

Il punto fondamentale alla base del dietro front dell'Iran è il destino del presidente siriano al-Assad. Alcuni paesi fra cui Gran Bretagna e Stati Uniti e le opposizioni siriane insistono per le sue dimissioni , al-Assada insieme ai suoi sostenitori, non sembra averne la minima intenzione. Il 19 gennaio, in un'intervista concessa ai media francesi, al-Assad ha dichiarato che è possibile una sua candidatura alle elezioni presidenziali di quest'anno.

Secondo l'agenda, oltre 30 paesi e organizzazioni internazionali parteciperanno alla prima fase della conferenza che si terrà il 22 gennaio a Montreux, in Svizzera, mentre il governo e le opposizioni siriane parteciperanno alla seconda fase che si svolgerà il 24 a Ginevra dove condurranno delle trattative specifiche faccia a faccia. Per questo evento, che è ormai conosciuto come la "Seconda conferenza di Ginevra sul problema siriano", le due parti in conflitto nutrono diverse aspettative, l'opposizione cerca un cambiamento di regime, mentre Bashar crede che la missione prioritaria per la Siria sia la lotta al terrorismo. Con divergenze di vecchia data come queste ottenere risultati positivi richiederà la saggezza politica di tutti i partecipanti.

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