Cina: interrotta la coltivazione su terreni agricoli contaminati da metalli pesanti
  2014-01-23 13:53:53  cri

 

Attualmente, la Cina ha un territorio coltivabile di più di 135 milioni di ettari, che però, purtroppo, continua a ridursi. La superficie del terreno coltivabile contaminato ad un livello moderato-grave ha superato i 3 milioni di ettari, e la produzione cerealicola ha subìto ogni anno un taglio di 10 milioni di tonnellate a causa della contaminazione del suolo. Il vice direttore del gruppo dirigente per i lavori rurali centrali, Chen Xiwen, ha illustrato che, d'ora in poi, il terreno coltivabile inquinato da metalli pesanti non sarà impiegato per la produzione agricola destinata all'alimentazione.

Secondo quanto rivelato dai risultati della seconda indagine sul territorio nazionale cinese, in Cina, la superficie del terreno coltivabile inquinato a livello moderato-grave ha superato i 3 milioni di ettari. Al momento, tra i terreni inquinati, è in fase di valutazione la percentuale di quelli contaminati da metalli pesanti. L'anno scorso, nel riso prodotto nella provincia dello Hunan sono stati scoperti livelli eccessivi di cadmio, e questo ha destato i sospetti dei consumatori sulla sicurezza del riso. Nel corso della conferenza stampa tenuta oggi dall'Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato cinese, il vice direttore del gruppo dirigente per i lavori rurali centrali, Chen Xiwen, ha affermato che quest'anno sarà avviato un progetto pilota per il risanamento dei terreni inquinati dai metalli pesanti, escludendoli dalla produzione agricola destinata all'alimentazione:

"Una volta che, dopo le analisi chimiche, è stato scoperto che alcuni terreni hanno superato gli standard d'inquinamento, e che i prodotti coltivati su di essi possono danneggiare la salute delle persone che li mangiano, questi dovranno essere esclusi dalla produzione agricola destinata all'alimentazione. Se non saranno adatti a questo tipo di coltivazione, potranno produrre qualcos'altro, e se neanche questo sarà possibile, allora si potranno piantare degli alberi e dell'erba, adottando altre misure."

Il 2013 è stato il decimo anno di crescita consecutivo per la produzione cerealicola cinese, ma al contempo il prezzo pagato dall'ambiente è stato alto. Secondo quanto illustrato dal vice direttore dell'Ufficio del gruppo dirigente per i lavori rurali centrali, Tang Renjian, al momento la Cina è il paese che utilizza la maggior quantità di fertilizzante chimico in tutto il mondo - circa 58 milioni di tonnellate - e l'ammontare del suo uso per ettaro è di molto superiore alla media mondiale. Al contempo, anche l'ampio utilizzo di pesticidi e delle coperture di plastica per uso agricolo hanno provocato la contaminazione del terreno. In futuro, sarà contrastato l'uso eccessivo delle risorse agricole:

"Anzitutto, il prossimo passo da fare è quello di cambiare le colture per i terreni inquinati da metalli pesanti e per quelli contaminati dall'uso eccessivo di fertilizzanti chimici e di pesticidi. Dare dunque priorità alla soluzione dei problemi di inquinamento grave da metalli pesanti, e soprattutto, nel caso di alcuni produttori di riso nel sud, è necessario seminarlo di nuovo in modo adeguato. In secondo luogo , in merito al progetto 'restituire il territorio coltivato al bosco', ci sono ancora molti terreni che presentano salite ripide; noi dovremo rimboschire quelli che hanno un'inclinazione maggiore di 25 gradi."

Inoltre, anche il problema relativo alla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati è uno degli aspetti su cui si concentra l'attenzione delle autorità. Secondo Chen Xiwen, la superficie seminata per ottenere prodotti agricoli geneticamente modificati si classifica forse al secondo o al terzo posto nel mondo, tuttavia la maggior parte è impiegata per la coltivazione di cotone genericamente modificato, mentre tra i prodotti agricoli commestibili solo la papaia è coltivata in modo transgenico. Chen Xiwen ha affermato che, in qualità di grande paese agricolo, la Cina intensificherà la ricerca delle tecnologie in questo settore. I prodotti geneticamente modificati dovranno essere sottoposti a verifiche estremamente rigorose prima di essere immessi sul mercato, e il "diritto di sapere" dei consumatori deve essere tutelato:

"Per quanto riguarda la vendita dei prodotti geneticamente modificati, sono necessarie delle verifiche estremamente rigorose. I prodotti possono essere approvati per la vendita e offerti ai consumatori, solo a condizione che non producano effetti collaterali. Tra i prodotti in vendita, se alcuni conterranno degli elementi geneticamente modificati al termine della fase di lavorazione, dovranno essere contrassegnati per fare in modo che i consumatori sappiano che il prodotto è geneticamente modificato. La cosa più importante è che si attui una valutazione rigorosa e un controllo sulla sicurezza, tutelando in modo sufficiente il "diritto di sapere" dei consumatori".

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