Il 23 aprile, ora locale, a Gaza, Fatah e Hamas hanno annunciato di aver ottenuto dei progressi nella riconciliazione, raggiungendo un accordo per por fine alle divergenze, formeranno anche un governo di coalizione entro 5 settimane, e di seguito terranno le elezioni entro 6 mesi. In risposta, la parte israeliana ha cancellato il piano di negoziati fissato in precedenza.
Durante una conferenza stampa dello stesso giorno, Ismail Haneya, leader di Hamas che controlla la striscia di Gaza, ha affermato che nel dialogo di riconciliazione, Hamas ha cooperato a fondo con i membri della delegazione di Fatah, e ha sottolineato la necessità di risultati per i negoziati. Azzam al-Ahmad, leader della delegazione di Fatah, ha detto che le due parti hanno concordato che senza un chiaro orientamento, non accetteranno negoziati di pace con Israele.
I colloqui tra Fatah e Hamas sono iniziati il 22 scorso, quando la delegazione di Fatah, composta da 5 alti funzionari, è entrata nella striscia di Gaza e ha incontrato la parte di Hamas. Secondo quanto appreso, è la prima volta che dei rappresentanti di Fatah entrano nella striscia dal 2007, quando questa è stata posto sotto controllo da Hamas.
Il premier israeliano Netanyahu lo stesso giorno ha criticato l'accordo di riconciliazione interna alla Palestina, affermando che mentre Istrele e Palestina discutono il prolungamento dei negoziati di pace, Abbas ha scelto Hamas, il che significa che Abbas non vuole la pace. Tzipi Livni, rappresentante ai negoziati israeliano e ministro della Giustizia, ritiene che la riconciliazione interna palestinese possa danneggiare il processo di pace, e che vista la nuova situazione, Israele debba esaminarne il significato e poi considerare le misure successive. Di conseguenza, Israele ha cancellato il colloquio fissato in serata sul tema del prolungamento dei negoziati di pace.
Quanto ad Hamas, la posizione di Israele è coerente. Il 22, quando si è diffusa la notizia dell'ingresso a Gaza della delegazione dei rappresentati di Fatah per negoziare con Hamas, Netanyahu ha affermato che Fatah deve scegliere fra la pace con Israele e la riconciliazione con Hamas. Il che dimostra chiaramente la posizione di Israele. Secondo le analisi, il processo di riconciliazione interna palestinese non si esclude sia un'altra forma di pressione della Palestina su Usa e Israele, per spingere gli Usa ad accettare al più presto le condizioni avanzate dalla Palestina, ossia liberare l'ultimo gruppo di detenuti palestinesi, impegnarsi per la demarcazione dei confini in 3 mesi, ecc. Tuttavia questa misura potrebbe anche complicare ulteriormente i futuri negoziati.
Gli Usa si dicono delusi per i nuovi progressi della riconciliazione interna alla Palestina. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, nel briefing di routine, ha affermato che il momento dell'annuncio della riconciliazione interna alla Palestina potrebbe indebolire gravemente gli sforzi degli Usa e delle altre parti interessate per il prolungamento dei negoziati di pace. Gli Usa hanno già espresso i loro timori alla Palestina, ritenendo che Israele non potrà trattare con un governo che non riconosce il suo diritto di esistenza.