Ucraina: continuano le operazioni militari nel sud-est del paese
  2014-05-15 15:10:11  cri

 

Dopo che le regioni di Donetsk e Lugansk, nell'est dell'Ucraina, hanno proclamato l'indipendenza, il 13 maggio il presidente del Parlamento ucraino, Oleksander Turchynov, che svolge anche le funzioni di capo dello Stato ad interim, ha ordinato la continuazione delle operazioni militari nel sud-est del paese. Lo stesso giorno a Kramatorsk, l'esercito ucraino si è scontrato con milizie locali, il che ha provocato molti morti e feriti. Nel frattempo la Russia ha avviato delle contromisure in rapporto alle sanzioni adottate nei suoi confronti da Ue e Usa.

  

Il 13, il centro stampa del Parlamento ucraino, citando Turchynov, ha comunicato che per impedire attività criminali, le autorità hanno deciso di continuare le operazioni antiterrorismo. Verso le ore 12 dello stesso giorno, alla periferia di Kramatorsk, nella zona di Donetsk, un convoglio di carri armati dell'esercito è stato colpito dalle milizie locali. Secondo una notizia del sito web del ministero della Difesa ucraino, una trentina di miliziani appostati fra i cespugli accanto a un fiume hanno attaccato il convoglio con bazooka e fucili automatici, e due carri armati colpiti dal fuoco dei bazooka sono esplosi. Nel combattimento, 7 soldati ucraini sono morti e 7 sono rimasti feriti, il maggior numero di morti in un singolo combattimento per l'esercito ucraino sin dal 4 aprile, quando le autorità hanno avviato le "operazioni antiterrorismo" nell'est del paese. Stando a informazioni della milizia locale, nel combattimento è anche morto un miliziano.

Lo stesso giorno, il "governatore popolare" di Lugansk, Valery Bolotov, è stato colpito da miliziani di identità sconosciuta nel corso di un tragitto in auto, ha riportato delle lievi ferite, ed ora è ricoverato in ospedale per le cure. Bolotov aveva in piano di discutere con i leader della "Repubblica Popolare di Donetsk" gli affari della fusione. L'identità degli aggressori non è ancora stata confermata.

Il 13 il ministero degli Esteri russo ha pubblicato una dichiarazione, secondo cui la parte russa ritiene fondamentale attuare al più presto la "roadmap" avanzata dall'OSCE per risolvere la crisi ucraina. Il contenuto della roadmap che chiede alle autorità ucraine di porre immediatamente fine alle "operazioni di accerchiamento" nel sud-est del paese ha un significato chiave. Il documento chiede alle autorità di Kiev di ritirare le truppe e i mercenari dagli insediamenti locali, e, secondo la roadmap, liberare tutti i prigionieri politici e por fine alle minacce armate verso i civili. La parte russa è convinta che se le autorità di Kiev faranno questi passi, le milizie popolari dell'est dell'Ucraina reagiranno di conseguenza.

 

Inoltre, sempre il 13, Gazprom ha inviato un preavviso ufficiale di pagamento alla Compagnia del petrolio e del gas naturale dell'Ucraina, il che indica che la Russia ha avviato ufficialmente il meccanismo di fornitura di gas con pagamento anticipato, per cui offrirà al paese solo il gas naturale per cui questo ha pagato. Secondo il portavoce di Gazprom, la parte russa ha già inviato a quella ucraina una fattura da 1 miliardo e 660 milioni di dollari sulla base di una fornitura giornaliera di 144 milioni di metri cubi di gas per 6 mesi. Ha sottolineato che la scadenza del pagamento è il 2 giugno. Se la parte ucraina non riesce a saldare l'intera somma, Gazprom fornirà al paese solo la quantità di gas naturale coperta dal pagamento.

  

Circa i vari turni di sanzioni applicati da Usa e Ue nei confronti della Russia, il 13 il vice premier russo Dmitry Rogozin ha affermato che la Russia rifiuterà la proposta avanzata in precedenza dagli Usa di continuare a mantenere in funzione la Stazione Spaziale Internazionale dopo il 2020. Inoltre, se gli Usa utilizzeranno i motori a razzo NK-33 e RD-180, di fabbricazione russa, a scopi militari, la Russia interromperà la fornitura agli Usa di questi due tipi di motori, e non si occuperà più della mantenuzione ordinaria di quelli già esportati nel paese.

Rogozin ha aggiunto che la Russia potrebbe interrompere il servizio delle stazioni sul suo territorio del sistema americano di posizionamento satellitare GPS. Ha comunicato che se Russia e Usa non riescono a raggiungere un accordo sull'apertura in territorio americano di stazioni del sistema russo di navigazione satellitare "Glonass", il primo giugno la Russia sospenderà il funzionamento di 11 stazioni di terra del GPS sul suo territorio. Rogozin ha detto che negli ultimi mesi le trattative in merito fra le due parti non hanno ottenuto alcun progresso, ma i dipartimenti interessati russi sono ancora disposti a continuare a trattare. Tuttavia, se prima di settembre non si arriva ad un accordo, il primo settembre la Russia disattiverà del tutto le sue stazioni di terra del GPS. Secondo l'opinione pubblica, queste mosse della Russia sono contromisure dirette alle sanzioni imposte dagli Usa.

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