Palestina: nuovo governo di coalizione, fine ufficiale di 7 anni di divisione interna
  2014-06-04 14:16:35  cri

 

Il 2 giugno, il governo di coalizione palestinese ha prestato giuramento alla sede presidenziale di Ramallah, in Cisgiordania, il che indica la fine ufficiale del quadro di divisione, durato 7 anni, fra le due maggiori fazioni politiche di Fatah e Hamas. La fondazione del nuovo governo palestinese ha avuto delle forti ripercussioni in Israele.

  

Lo stesso giorno, i 17 membri del nuovo governo di coalizione  palestinese, sotto la guida del premier, Rami Hamdallah, hanno prestato giuramento di fronte al presidente Abbas. Il premier Hamdallah serve anche come ministro dell'Interno. I membri del nuovo governo sono tutti personalità apartitiche, fra cui 3 ministri donne e 5 provenienti da Gaza. Nel suo discorso televisivo seguito alla formazione del nuovo governo, il presidente Abbas ha annunciato che la formazione del governo di unità nazionale simboleggia l'unità della Palestina e la fine definitiva della sua divisione interna. Lo stesso giorno, anche Ismail Haniyeh, leader di Hamas, che controlla la striscia di Gaza, ha espresso le sue felicitazioni in merito.

  

"Da oggi, nessun media locale o straniero utilizzerà più l'espressione 'i partiti palestinesi antagonisti'. Al contrario, parlando della Palestina, si sentiranno termini come governo di unità nazionale, popolo unito e leadership unificata. Le varie parti palestinesi stanno facendo tutti gli sforzi possibili per raggiungere l'obiettivo della libertà, della liberazione e dell'indipendenza. Per questo momento storico, mi congratulo con tutto il popolo palestinese."

  

Il 23 aprile scorso, Hamas e Fatah hanno raggiunto un accordo di riconciliazione, concordando di formare un governo di unità nazionale entro 5 settimane e di tenere delle elezioni generali nei 6 mesi successivi. Subito dopo la pubblicazione della notizia, Israele ha interrotto i colloqui di pace con la Palestina. Inoltre, dopo l'annuncio della fondazione del nuovo governo palestinese, il premier israeliano Netanyahu ha affermato che la formazione del nuovo governo con Hamas significa che Abbas ha scelto di rifiutare la pace. Il portavoce di Netanyahu, Regev, ha detto:

  

"Oggi il presidente Abbas ha di nuovo fatto un grande passo indietro sulla via della pace. Ha steso le braccia ad una crudele organizzazione terroristica, che non solo è la diretta responsabile del massacro di centinaia di civili innocenti, ma intende anche distruggere il mio paese. Adesso la comunità internazionale non può più continuare a svolgere una normale cooperazione con il governo palestinese, perché questo governo ha formato una coalizione con un gruppo definito 'organizzazione terroristica' dalla comunità internazionale".

Secondo quanto appreso, il compito centrale del governo di coalizione palestinese è preparare le elezioni generali e, nell'attuale fase, farsi carico del lavoro quotidiano della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Non pochi analisti indicano che Israele potrebbe adottare una serie di sanzioni in merito alla formazione del governo palestinese, che potrebbe quindi trovarsi di fronte a molte difficoltà. Ma Abbas afferma che la Palestina adotterà in risposta dei metodi legali e ragionevoli.

 

"Senza la nostra reazione, qualsisasi misura del governo israeliano e l'influenza di queste misure sugli interessi del popolo palestinese non avranno effetto. Non intendiamo ampliare il conflitto e neppure creare un quadro di maggiore tensione. Ma, di fronte a queste sanzioni, non possiamo mantenere il silenzio. Ricorreremo a canali politici, diplomatici e legali per rispondere a queste sanzioni. Israele finora ha utilizzato la divisione del popolo paestinese come pretesto per mandare in stallo i colloqui di pace, e oggi ricorre alla fine ufficiale della nostra divisione per continuare ad evitare i colloqui."

Anche all'interno di Israele esistono delle voci discordanti circa le sanzioni. Dopo la fondazione del nuovo governo di coalizione palestinese, il presidente del secondo grande partito alla Knesset, il ministro delle Finanze, Yair Lapid, ha espresso la necessità di mantenere innanzitutto la prudenza e la stabilità.

  

"Nelle prossime settimane esamineremo il nuovo governo palestinese e decideremo la nostra futura politica. Adesso non è il momento degli insulti, bisogna invece mantenere la massima prudenza e stabilità. Questo è un momento speciale, in cui la comunità internazionale può capire che i palestinesi hanno sabotato tutti gli accordi. Propongo che il governo e la Knesset non diano alcuna possibilità ad Hamas di girare le critiche su di noi. "

Alcuni analisti indicano che il compromesso raggiunto su questioni su cui esistono delle forti divergenze come i candidati a ministro degli Esteri del nuovo governo palestinese e il mantenimento o meno del dipartimento per gli affari dei detenuti, dimostra la determinazione delle due grandi fazioni politiche di Fatah e Hamas di por fine alla divisione. Ma il diverso atteggiamento di Israele verso la Palestina rende più difficile predire il futuro dei colloqui di pace fra Palestina e Israele. Ma per la Palestina, l'unità è il primo, importantissimo passo verso lo sviluppo.

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