Dall'inizio dell'anno, i commenti sulla crescita del 7.5% del PIL della Cina si sono fatti sempre più accesi. Secondo gli economisti, lo sviluppo economico della Cina è entrato in una nuova fase in cui occorre mantenere un'appropriata velocità di crescita, e soprattutto privilegiare i problemi della vita popolare alle spalle, e nel macrocontrollo occorre mantenere grado di tolleranza e obiettivi mirati.

Alcuni prevedono un atterraggio duro per l'economia cinese, e che sia difficile raggiungere l'obiettivo del 7.5% di crescita del PIL fissato dal governo all'inizio dell'anno. In realtà, dopo che il tasso di crescita è sceso dal 9% -10%, durato parecchi anni, al 7%-8%, questo dubbio non è mai venuto meno. Il primo economista del Centro statale di informazione cinese, Fan Jianping, afferma:

"Bisogna cambiare il modo di guardare all'economia cinese. Dopo che tutti si sono abituati all'alta velocità, una lieve discesa viene vista come anomala, e si pensa che il ritorno all'alta velocità sia normale. Tuttavia non va dimenticato che il nostro paese si trova in una fase di cambiamento della velocità di crescita, che deve scendere lentamente, inoltre in questa fase dobbiamo fare meglio degli altri paesi".

Nella storia dello sviluppo economico mondiale, gli esempi citati da Fan Jianping non sono pochi, ma quando questo cambiamento all'inizio dell'anno ha toccato la Cina, la situazione pareva tragica, e molti hanno previsto che la velocità di crescita del PIL del primo trimestre sarebbe caduta al 7.2%. Alla fine, si è arrivati al 7.4%. Anche se la cifra supera le previsioni di molti studiosi e organismi, bisogna ancora tener conto delle difficoltà che l'economia cinese ha di fronte.

Il vice direttore dell'ufficio consulenza e ricerca del Centro cinese di scambi economici internazionali, Wang Jun, ritiene che il ciò dimostri che l'economia cinese è entrata in una nuova fase:

"Con la ricaduta della velocità di crescita e l'upgrade del miglioramento strutturale, i vari rischi si fanno evidenti. Su questo sfondo di nuova normalità, anche il nostro concetto di macrocontrollo sta cambiando".

Il nuovo concetto di macrocontrollo è stato citato più volte in sedi diverse dai leader cinesi. Il premier del Consiglio di Stato Li Keqiang ha detto:

"Il mantenimento dell'andamento economico in una sfera razionale è la richiesta fondamentale del macrocontrollo attuale e anche la direzione della politica a medio-lungo termine. Quest'anno l'obiettivo previsto della crescita è di circa il 7.5%, il che vuol dire che c'è un margine di oscillazione, ma, sia in basso che in alto, se si riesce a garantire la piena occupazione, tutto rimane in una sfera razionale".

Il vice ministro delle Risorse Umane e della Previdenza Sociale Xin Changxing ha rivelato che basandosi su questo concetto, nella fissazione all'inizio dell'anno dell'obiettivo di 10 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città e cittadine , i fattori considerati sono cambiati:

"Prima era tutto in base alla velocità di crescita, ad esempio, fissata la percentuale, sulla base del rapporto tra crescita e occupazione, decidevamo l'occupazione corrispondente. Quest'anno abbiamo cambiato modo di pensare per realizzare l'obiettivo della piena occupazione, ossia considerando prima il livello da raggiungere, e poi la crescita".

Secondo gli economisti, per il 7.5% di crescita occorre la qualità dello sviluppo economico, ma bisogna soprattutto considerare le esigenze della vita popolare alle spalle del 7.5%. Le varie misure varate dal governo, come il decentramento amministrativo, l'apertura del mercato ai capitali privati, ecc., sono tutte rivolte a questo obiettivo.